Green pass, mascherine all'aperto e riapertura discoteche: le nuove regole, cosa cambia

La curva dei contagi Covid è in calo e si va verso un progressivo allentamento delle restrizioni. In arrivo un 'ordinanza

Milano, 8 febbraioe 2021 - Rallenta la corsa del Covid e si fa strada l'idea di uscire dall'emergenza, seppure con cautela: il ministero della Salute si appresta a togliere l'obbligo della mascherina all'aperto e ad aumentare la capienza di discoteche e stadi. Intanto, da ieri sono in vigore  le nuove norme per le scuole con oltre 600 mila studenti in dad tornati in presenza. Alle superiori agitazioni su maturità e alternanza. Oggi gli studenti dal ministro Bianchi e l'11 è prevista una manifestazione davanti al ministero. È stato lo stesso presidente del Consiglio Mario Draghi ad annunciare un “calendario” per la riduzione delle restrizioni. Anche il coordinatore del Cts Franco Locatelli ha confermato che si sta aprendo "una nuova fase per il Paese", che "va gestita con un’adeguata progressività".

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Green pass

Da lunedì 7 febbraio il Green pass avrà durata illimitata per tutta la popolazione vaccinata con booster o guarita dalla malattia. Una decisione presa dal governo per ovviare ai problemi di scadenza di tutti quelli che hanno ricevuto il richiamo da più di 6 mesi e che al momento non avrebbero potuto avere indicazioni su una possibile quarta dose a cui sottoporsi. Sul nuovo booster sia Ema che Aifa non si sono ancora pronunciate e gli esperti sembrano essere piuttosto scettici sull’urgenza di allargare la campagna vaccinale a un nuovo richiamo. Quella del Green pass senza scadenza è una delle misure che più rende evidente la progressiva libertà della popolazione vaccinata. Negli ultimi provvedimenti il governo ha anche stabilito la validità delle chiusure in zona rossa solo per i non protetti.

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Via le mascherine all'aperto

Via le mascherine all'aperto dall'11 febbraio. L’annuncio è del sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, che ha confermato l’arrivo di un provvedimento firmato dal ministero guidato da Roberto Speranza “per togliere le mascherine all’aperto su tutto il territorio nazionale senza distinzione di colore per le Regioni a partire dall’11 di febbraio“. Questo è un segno di speranza per tutti gli italiani”, ha aggiunto Costa. Ieri mattina il sottosegretario aveva spiegato che l’obbligo sarebbe caduto inizialmente solo nelle Regione che si trovano in zona bianca: “Subito dopo sarà l’occasione per decidere se toglierle anche in zona gialla e arancione con un provvedimento del Ministero condiviso con il Cts”, aveva detto il sottosegretario. Passata qualche ora, è arrivato il nuovo annuncio di un provvedimento valido su tutto il territorio italiano.  “Le mascherine sono state uno strumento formidabile nella lotta contro la pandemia di Covid-19 e continueranno a essere le nostre compagne di viaggio ancora per una fase significativa”, ha aggiunto il ministro Roberto Speranza. Poi, ha ribadito: “Al chiuso le mascherine continueranno a essere necessarie. Ma vorrei ricordare che in passato, quando abbiamo sospeso l’obbligo all’aperto, abbiamo sempre detto che comunque bisogna portare con sé le mascherine, in modo da essere pronti a indossarle se ci si ritrova in luoghi affollati e dunque a rischio”. 

C'è chi però ha più volte mostrato la propria contrarietà a questo provvedimento e che, durante tutto il corso della pandemia di Coronavirus, ha mantenuto sempre l'obbligo delle mascherine all'aperto anche quando nel resto del Paese non era in vigore: stiamo parlando del governatore della Campania Vincenzo De Luca, che ha manifestato la volontà di continuare a far indossare ai cittadini campani la mascherina. "In Campania continuiamo a mantenere la mascherina, anche se a livello nazionale decidono di toglierla all'aperto. Dobbiamo essere più prudenti che nelle altre Regioni perché la densità abitativa in Campania è più alta che in altre parti d'Italia. Se sarà così possiamo guardare con fiducia a settimane e mesi davanti, se rimaniamo prudenti restiamo alla vita normale", ha dichiarato De Luca soltanto la scorsa settimana.  Alla luce delle nuove disposizioni, però, il presidente della Regione Campania non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione. L’Italia non è l’unico Paese a far cadere l’obbligo di indossare le mascherine all’aperto. Così sarà anche per la Spagna, a partire dal 10 febbraio, mentre già dagli scorsi giorni la restrizione è venuta meno nel Regno Unito, in Francia e in Danimarca.

Riapertura e capienza discoteche

Il 10 febbraio scadrà anche l’ordinanza che prorogava la chiusura delle discoteche. Da venerdì 11 febbraio quindi si dovrebbe poter tornare a ballare, ma ad ora non è ancora stato stabilito con quali regole e limitazioni: sicuramente per accedere sarà necessario avere il Super Green pass, ottenibile solamente con la vaccinazione oppure dopo essere guariti dal Covid-19. Secondo le indiscrezioni circolate in questi giorni, la capienza dei locali al chiuso sarà contingentata al 50%, che dovrebbe salire al 75% per le attività all’aperto. Inoltre, per avere accesso ai locali sarà obbligatoria la mascherina, da tenere sul viso in ogni momento tranne che per consumare cibi e bevande e mentre si balla in pista. La riapertura dovrebbe avvenire per tutti i locali, fatta eccezione per quelli in regioni inserite in zona rossa seguendo l’andamento dei contagi e delle occupazioni dei reparti ospedalieri. La decisione di riaprire non è però ancora ufficiale: mentre il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ha confermato che da metà febbraio le discoteche potranno riaprire, per il consulente del Ministero Walter Ricciardi sarebbe meglio usare cautela e aspettare ancora.

Capienza stadi

E' probabile che, dall'11 febbraio, si decida anche per un aumento della capienza negli stadi. “Spero che a marzo potremo arrivare al 100%, si vede la luce. Il virus non andrà via, ma la dimensione numerica dei contagi diminuirà. La pandemia finirà quando non se ne parlerà più, quando tollereremo l’epidemia”, ha dteto il virologo Fabrizio Pregliasco a Radio Punto Nuovo. “I tifosi non sono cultori di musica classica che stanno in religioso silenzio al loro posto, per questo non è facile riaprire gli stadi - ha proseguito Pregliasco-. Siamo in una situazione favorevole, ma ancora non troppo. Ci sono segnali positivi, di miglioramento epidemiologico ma siamo in una fase ancora di attenzione. L’approccio italiano, ma anche di tutta Europa, ha la finalità di limitare la diffusione, ridurre le possibilità di contatto. Il trend dei contagi è in discesa, tra vaccinazioni e misure di sicurezza”.

Covid, la curva in discesa

Il Covid sembra dunque allentare la sua morsa. Accanto a questo, una iniezione di fiducia viene anche dalle vaccinazioni. Per fine marzo, con il completamento delle terze dosi, circa 12-13 milioni che ancora mancano, ci saranno anche le condizioni per non prorogare lo stato di emergenza. Intanto tornano sotto i due milioni gli italiani attualmente positivi al Covid: in base al bollettino del ministero della Salute sono 1.990.701, un dato che non si registrava dal 9 gennaio, quando erano 1.943.979. Il record dall'inizio della pandemia è stato raggiunto il 23 gennaio scorso, con 2.734.906 italiani positivi. Il bollettino di ieri registrava ancora di riduzione di casi, anche se il dato subifa l'influenza della giornata festiva della domenica: 41.247 i nuovi contagi da Covid contro i 77.029 del giorno precedente, anche se i tamponi molecolari e antigenici sono stati circa la metà, 393.663 contro 686.544 di domenica, con un tasso di positività al 10,47%, in calo rispetto all'11,2% del giorno prima. E' tornato a salire il numero delle vittime, 326 (domenica 229). Sul fronte della pressione sugli ospedali, il bollettino quotidiano del ministero della Salute ha registrato 1.423 pazienti in terapia intensiva, 8 meno di domenica nel saldo tra entrate e uscite. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 18.675, ovvero 177 in più rispetto al giorno prima. Una pressione che ancora persiste, come emerge dai dati dell'Agenas relativi al 6 febbraio, soprattutto per le rianimazioni dove resta al 15% la percentuale di occupazione, con un calo in Piemonte (che torna al 16%) e una crescita in 11 regioni o province autonome (molte delle quali, nei giorni scorsi, avevano visto un trend in calo). Va meglio per i ricoveri in area non critica che restano stabili al 28% con una crescita in Abruzzo, dove tocca il valore più elevato (38%), ma dove è in atto un riconteggio, Basilicata (26%) e Bolzano (28%).

Covid, bollettino Italia e Lombardia del 7 febbraio