Nuova variante indiana, rischio Covid-22. Le differenze con Omicron e perché fa così paura

Il neurobiologo Gilestro: "Se i dati fossero confermati, potremmo affrontare un Covid-22". Tante mutazioni e possibile fuga immunitaria: sottovariante BA.2.75 sorvegliata speciale

Milano, 5 luglio 2022 - Torna l'incubo contagi in Italia ed Europa. Se al momento è la diffusione di Omicron 5 la principale responsabile dell'impennata di casi, nella comunità scientifica sta creando preoccupazione la scoperta di una nuova sottovariante, la BA.2.75, identificata in India e in altri Paesi. Le analisi sono in corso, ma secondo Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, questa mutazione potrebbe avere una capacità di bucare le difese immunitarie mai vista prima: in pratica un infetto rischierebbe di contagiare fino a 20 persone. Ma cos'è la nuova variante indiana? Quali sono le sue caratteristiche? E perché fa così paura? Proviamo a fare un po' di chiarezza.

La nuova sotto-variante Omicron BA.2.75
La nuova sotto-variante Omicron BA.2.75

Nuova variante indiana, le caratteristiche

"Probabile variante di seconda generazione, apparente rapida crescita e ampia diffusione geografica". Sono alcune delle caratteristiche che secondo Tom Peacock, virologo del Dipartimento di malattie infettive dell'Imperial College London, dovrebbero spingere chi si occupa di sorveglianza sul Covid a tenere d'occhio la new entry nel panorama internazionale delle sottovarianti di Omicron.

Le differenze con Omicron 2 e 5

Rispetto alla 'sorella maggiore' Omicron 2 (BA.2), la nuova sottovariante "ha 8 mutazioni aggiuntive" sulla proteina Spike, illustra Ulrich Elling, biologo molecolare dell'Institute of Molecular Biotechnology (Imba) di Vienna. Un numero ritenuto significativo dagli esperti rispetto a quanto osservato in altre sottovarianti (per esempio in BA.5 sono 3). In tutto, invece, secondo i dati che vengono diffusi in queste ore via Twitter, sarebbero 11 le mutazioni che la distinguono da Omicron 5, l'attuale variante più diffusiva.

Più contagiosa del morbillo

E a riassumere il timore principale che spinge gli addetti ai lavori ad alzare il livello d'attenzione su questo mutante segnalato principalmente dall'India, dove appare "in crescita rapida", ma intercettato anche in altri Paesi come Australia, Germania, Canada e Nuova Zelanda, è Eric Topol, scienziato americano direttore dello Scripps Research Translational Institute di La Jolla, California: le mutazioni osservate su BA.2.75 "potrebbero rendere la fuga immunitaria peggiore di quella che stiamo vedendo ora", riflette. Questa nuova sottovariante, aggiunge l'esperto via Twitter, in India appare in competizione con Omicron 5. La preoccupazione è che il vantaggio su BA.5 sia significativo al punto da rendere questa versione di Sars-CoV-2 sempre più contagiosa, a livelli che potrebbero essere superiori a un 'campione di trasmissibilità' come il morbillo.

Rischio Covid-22

Giorgio Gilestro, neurobiologo e docente all'Imperial College di Londra, afferma: "Se i dati su questa nuova variante BA.2.75 venissero confermati, allora potremmo anche trovarci di fronte a un Covid-22".  Elling si chiede se sia "un nuovo lignaggio di cui preoccuparsi". Il motivo? "Non mi piacciono le mutazioni osservate - scrive - Prima di aver finito con l'ondata di Omicron 5 potremmo già doverci preparare per la prossima". Gli occhi sono puntati in particolare sull'India, il Paese da cui arriva al momento il maggior numero di sequenziamenti di BA.2.75. Anche se i casi legati a questa sottovariante sono ancora pochi, "la distribuzione internazionale" delle sequenze virali comunicate alle banche dati "esclude errori di sequenziamento e rende altamente probabile che i numeri reali siano molto più alti", rimarca ancora Elling.

Incubo nuova ondata

Le mutazioni osservate in BA.2.75 stanno anche riguardando "il dominio N-terminale" e il "dominio di legame del recettore". Ma, tiene a puntualizzare Elling, "è davvero troppo presto" per sapere se BA.2.75 avrà la capacità di rubare la scena a Omicron 2 e Omicron 5. Alcune mutazioni (3 per Elling) possono fare un'enorme differenza. E "il totale delle 11 mutazioni distinte fra Omicron 5 e BA.2.75 potrebbe consentire ancora un'altra ondata, poiché l'immunità di BA.5 potrebbe non bastare a fare un adeguato muro". Dal canto suo il virologo Peacock non si sbilancia e lascia aperto anche un altro scenario: "Vale la pena dire che è del tutto possibile anche che questa nuova sottovariante stia solo crescendo sullo sfondo di BA.2, che colpisca la barriera di BA.5 e si blocchi. Vedremo".