Blitz contro la 'ndrangheta a Milano, Como e Varese. Sequestrata una tonnellata di cocaina

La Polizia di Milano e la Guardia di finanza di Como hanno eseguito 54 fermi. Il traffico di cocaina è aumentato del 62 per cento in un anno

Un momento del blitz anti-ndrangheta delle forze dell'ordine (Archivio)

Un momento del blitz anti-ndrangheta delle forze dell'ordine (Archivio)

Una grossa operazione della Guardia di Finanza di Como e della Squadra mobile della questura di Milano ha portato al fermo di 54 persone legate alla cosca Molè della ‘ndrangheta. Le forze dell’ordine hanno sequestrato oltre una tonnellata di cocaina e beni per 2,2 milioni di euro.

La presunta associazione di stampo mafioso operava a Como, Varese e Reggio Calabria, ma aveva diverse ramificazioni all’estero. Le accuse riguardano, a vario titolo, i reati di associazione mafiosa, estorsione, spaccio di stupefacenti, traffico di armi, frode fiscale, bancarotta e voto di scambio. Gli investigatori hanno raccolto molte intercettazioni, dove si fa chiaramente riferimento a pratiche di 'ndrangheta.

Questa è solo l'ultima delle tre operazioni di un'inchiesta portata avanti Direzione distrettuali antimafia di Reggio Calabria, Milano e Firenze. Complessivamente, fino ad ora, sono state ordinate 104 misure cautelari, che vanno dal fermo, agli arresti domiciliari, al carcere. Tra gli indagati c'è anche Marino Carugati, l'ex sindaco di Lomazzo, in provincia di Como. 

L'inchiesta ha messo in luce un complesso traffico di stupefacenti provenienti dall'estero. La cocaina sequestrata martedì era stata importata dal Sudamerica e fatta arrivare in Italia dal porto di Livorno e soprattutto da quello di Gioia Tauro, in Calabria, luogo d'origine della cosca Molè. Lo scalo marittimo calabrese è uno dei principali snodi del traffico di stupefacenti e nel 2020 sono stati sequestrati nel porto più di 6.000 chili di cocaina, rispetto ai 2.200 dell’anno prima.

In generale, il mercato della cocaina è in costante crescita da anni. Nell’ultimo anno i quantitativi sequestrati sono aumentati del 62 per cento e la diffusione del Paese ha registrato un incremento del 30 per cento (sulle base delle segnalazioni e dell'analisi delle acque reflue).

Cocaina: rotte e strategie delle bande criminali

Nell’ultima relazione annuale al Parlamento sulle droghe, si legge che nel traffico di cocaina “la frontiera marittima si conferma lo scenario operativo dove sono state intercettate le maggiori quantità di cocaina: i porti interessati, da sempre la principale via di ingresso della sostanza in Italia, negli ultimi anni si sono moltiplicati confermando la posizione strategica che il nostro Paese riveste per le rotte del narcotraffico”.

La quasi totalità di questi traffici sono controllati dalle associazioni di stampo mafioso, che incassano dalla droga la massima parte dei loro proventi. E la cocaina è la sostanza più diffusa dopo marijuana e hashish.

Il Servizio sanitario nazionale segnala che le persone in trattamento per uso di cocaina presso i Servizi pubblici rappresentano il 39 per cento del totale. Sono aumentate anche le ospedalizzazioni direttamente attribuibili all’uso di cocaina che in un decennio sono passate dal 10 al 23 cento.