Lombardia, i clan vogliono case di lusso per far soldi col modello Airbnb

Acquisizione di singoli appartamenti e abitazioni pregiate da immettere nel circuito degli affitti per brevi periodi

Carabinieri del Ros

Carabinieri del Ros

Milano, 12 marzo 2019 - Ammesso servisse una prova della velocità di pensiero, della capacità di diversificare e di intercettare i piccoli e grandi business emergenti da parte delle organizzazioni malavitose italiane, e della ’ndrangheta in particolare, il secondo “Monitoraggio della presenza mafiosa in Lombardia”, presentato ieri al Pirellone, ne offre una. Tra le nuove aree di interesse della criminalità organizzata calabrese e campana spunta infatti l’acquisizione di singoli appartamenti in condomini ordinari o di più pregiate abitazioni per immettere gli uni e le altre nel circuito degli affitti per brevi periodi.

Per intendersi: appartamenti o abitazioni che vengono gestiti con la logica di Airbnb, il portale internet più famoso al mondo per i soggiorni turistici. Un business che viene seguito e sviluppato soprattutto a Milano, la città che ha avuto il picco maggiore di visitatori (8 milioni solo nel 2018) e nella Lombardia lacustre: tra lago di Como e Lecco, lago di Garda, lago Maggiore e Iseo, si contano ogni anno 24 milioni di turisti. «In alcuni casi ci sono state intimidazioni nei confronti di acquirenti interessati ad appartamenti in condomini», fa sapere Nando Dalla Chiesa, direttore dell’Osservatorio sulla Criminalità Organizzata dell’Università Statale di Milano, struttura che ha curato il report presentato ieri mattina al Pirellone. L'attenzione della malavita organizzata nei confronti del turismo non nasce ieri. Per quanto riguarda la Lombardia, ha avuto particolare impulso con l’Esposizione Universale del 2015: da lì è nato il mito di Milano come «place to be». «Negli ultimi anni sono divenuti sempre più evidenti i segnali di un interesse crescente da parte delle organizzazioni mafiose per il settore del turismo lombardo», si specifica nel rapporto curato dal gruppo di ricerca della Statale. Ma finora si erano registrate acquisizioni di grandi o medie strutture alberghiere, di aziende turistiche o agrituristiche, senza contare l’alto tasso di infiltrazione in settori non espressamente turistici ma indispensabili anche per la valorizzazione turistica di un territorio: i locali notturni e la ristorazione. Le Provincie lombarde nelle quali più spesso si erano registrati investimenti in strutture alberghiere e turistiche erano quelle di Brescia, Bergamo, Cremona e Mantova.

Altra nuova frontiera delle mire malavitose è la gestione delle farmacie, anche «per lo smercio delle nuove droghe sintetiche». Frontiere che si sommano a quelle più tradizionali quali lo spaccio di stupefacenti, il movimento terra, il ciclo del cemento, la gestione e lo smaltimento dei rifiuti, l’usura e il commercio. Riccardo De Corato, assessore regionale alla Sicurezza, evidenzia un ultimo riscontro: «Dalla ricerca emerge un dato davvero significativo: nel 2017 la Lombardia si colloca al quinto posto tra le regioni con il maggior numero di beni immobili e aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata».