Natalia Mastrota tra montagna e sport: "Il mio primo 'From 0 to', un sogno realizzato"

"Nello sport è importante continuare a emozionarsi". La figlia di Giorgio Mastrota e Natalia Estrada, è partita dal mare e ha raggiunto la vetta del Picu Urriellu, in Spagna, mettendosi in gioco in tre diverse e durissime discipline: ciclismo, trail running e arrampicata

Natalia Mastrota al termine di 'From 0 to' (Foto Ale Beltrame)

Natalia Mastrota al termine di 'From 0 to' (Foto Ale Beltrame)

Milano, 4 giugno 2022 - Campionessa di sci alpinismo, trail runner, guida alpina e istruttrice di arrampicata. Natalia Mastrota, figlia di Giorgio Mastrota e Natalia Estrada, sembra essere ben lontana dal mondo dello spettacolo dei suoi genitori, ma da loro ha preso l'amore per la natura e la passione per lo sport. Una scintilla che si è accesa a 16 anni, quando lascia Milano per trasferirsi a Bormio e poi a Gressoney dove inizia a dedicarsi allo sci alpinismo. Tra allenamenti e gare, nelle quali ottiene prestigiosi risultati, arriva nel 2013 a partecipare alla Coppa del Mondo. Quindi scopre la corsa, l'arrampicata, fino ad avvicinarsi alla bicicletta. Ventisette anni, spirito selvaggio e competitivo, ama le sfide, tanto che nel 2015 si allena per sfidare l'Hymalaya (spedizione annullata per il terremoto in Nepal, ndr) e partecipa a diverse spedizioni ad alta quota, come quella che l'ha portata sulle cime innevate del Lenin Peak, 7.134 metri, una delle vette più alte del Pamir.  Oggi vive sul versante francese del Monte Bianco, a Chamonix, con il compagno Daniel Castillo, guida alpina, e i due figli, Marlo di quattro anni e Sasha di due. Natalia è un'atleta del Team Vibram, squadra che l'ha supportata anche nella sua ultima impresa 'From 0 to'.

Natalia, ci racconti la sua ultima esperienza? "La settimana scorsa mi sono buttata nell'impresa 'From 0 to', una sfida che unisce il ciclismo, la corsa e l'arrampicata in una sorta di triathlon rivisitato che ha nel dislivello la più grande difficoltà".

Un progetto che l'affascinava da tempo? "Sì, cercavo qualcosa che andasse oltre le gare. Volevo qualcosa di più personale e l'ho trovato in 'From 0 to', progetto nato da un'idea di Marino Giacometti, presidente della International Skyrunning School, che nel 1977 scelse di intraprendere un percorso da Genova al Monte Bianco. Prova poi accolta e battuta da Nico Valsesia, attuale detentore del record".

Il suo percorso? "L'idea iniziale era di puntare al Monte Rosa, poi abbiamo preferito trovare un luogo dove si potesse anche arrampicare. E così abbiamo realizzato un format diverso rispetto a quello di Giacometti".

Da dove è partita e dove è arrivata? "Sono partita dal lungomare di Gijòn, nella zona delle Asturie (regione nord-occidentale della Spagna, ndr), città dove è nata mia madre e vivono i miei nonni, e sono arrivata sulla cima del Pico Urriello (2.519 metri)".

Natalia Mastrota durante 'From 0 to' (Foto Ale Beltrame)
Natalia Mastrota durante 'From 0 to' (Foto Ale Beltrame)

La parte più difficile? "Mi sono un po' preoccupata quando è iniziato a piovere. Alle 3, quando sono partita in sella alla mia bici il cielo era solo coperto. Dopo 130 chilometri di pedalata ho raggiunto Sotres, un piccolo paese del consiglio spagnolo di Cabrales. E qui, quando ho iniziato la corsa lungo i sentieri del Parco Nazionale dei Picos de Europa, ci sono state le prime goccioline. Poi, il diluvio. Nonostante tutto, ho percorso i miei 20 chilometri e sono arrivata all'attacco del Pico Urriellu".

Natalia Mastrota durante 'From 0 to' (Foto Ale Beltrame)
Natalia Mastrota durante 'From 0 to' (Foto Ale Beltrame)

L'ultimo sforzo... "Esatto, cinquecento metri di arrampicata. Li ho portati a termine risalendo la parete sud del Pico Urriellu toccando la cima della montagna, simbolo delle Asturie, in meno di tre ore".

Natalia Mastrota durante 'From 0 to' (Foto Ale Beltrame)
Natalia Mastrota durante 'From 0 to' (Foto Ale Beltrame)

Obiettivo raggiunto? "Ho concluso il mio 'From 0 to' in 10 ore e 45 minuti. Un crono ben al di sotto dei pronostici che prevedevano un tempo massimo di 14 ore".

Soddisfatta delle sue prestazioni nelle tre discipline? "E' stata una bella sfida, soprattutto per quanto riguarda la bici. L’ho scoperta lo scorso anno grazie a un evento che mi ha permesso di prendere parte a quattro tappe del Giro d'Italia. Da quel momento mi sono appassionata e non l'ho più lasciata".

Natalia Mastrota (Foto Klaus Dell'Orto)
Natalia Mastrota (Foto Klaus Dell'Orto)

E l'arrampicata? "Gli allenamenti per le gare di corsa sono molto impegnativi, per questo non riuscivo a trovare tempo per l'arrampicata. Ma ora ho ripreso e non voglio mollare. Il mese scorso ho superato l'esame per diventare istruttrice e a settembre inizierò un corso per specializzarmi in questa disciplina".

La corsa ormai è parte della sua vita "E pensare che non mi piaceva. Ho sempre fatto gare di sci e la corsa era uno degli allenamenti fondamentali per la preparazione. Le ripetute sui 4 e 5 chilometri erano una sofferenza. Però correre era perfetto in estate, per non restare ferma. Così ho pensato di metter insieme la corsa e la montagna e la prospettiva è cambiata. Ora non posso farne a meno. Andrei sempre più lontano".

...E lo sci alpinismo "Sì, è stato amore a prima vista. A 17 anni mi sono trasferita a Bormio proprio per dedicarmi a questo sport. Poi sono passata a Gressoney, in Val d'Aosta, e infine a Chamonix. E' una disciplina che richiede molto impegno ma mi regala sempre tantissime emozioni".

Grandi obiettivi agonistici, ma 'From 0 to' è stato qualcosa di più... "Raggiungere la cima del Pico Urriello è stata la realizzazione di un sogno. Non solo perché quella montagna è il simbolo della mia terra, ma soprattutto perché considero questa mia prima impresa l'inizio di un nuovo percorso di vita. E spero di riuscire a spronare altre donne a provarci visto che, prima di me, nessuna lo aveva mai fatto".

Natalia Mastrota e il compagno Daniel Castillo (Foto Ale Beltrame)
Natalia Mastrota e il compagno Daniel Castillo (Foto Ale Beltrame)

Ha già in mente nuove mete? "Vorrei realizzare il 'From 0 to' in diverse parti del mondo e l'arrampicata sarà la disciplina costante che mi permetterà di esprimere al meglio la passione per la montagna".

Tornando alle donne, lei è ambassador di '10 Women' "Si tratta di un progetto che ha lo scopo di sostenere la parità di genere nello sport e nella vita di tutti i giorni. Nonostante qualche miglioramento, in Italia le atlete affrontano ancora numerosi ostacoli e credo sia soprattutto colpa della mentalità. Lo sport, da sempre un veicolo importante di valori e principi, potrebbe essere lo strumento giusto per tracciare una strada verso la 'non discriminazione'".

Natalia, donna, sportiva ma anche mamma "Così le giornate sono ancora più piene. Ma il mio compagno e io riusciamo a organizzarci piuttosto bene. Ai nostri figli cerchiamo di trasmettere le nostre passioni. Marlo ha 4 anni e ha già provato a sciare e ad arrampicare. Sasha ha due anni ed è ancora troppo piccolo. Però, li portiamo ovunque, a tutte la gare".

Natalia Mastrota con i suoi due figli (Foto Ale Beltrame)
Natalia Mastrota con i suoi due figli (Foto Ale Beltrame)

Un po' come hanno fatto i suoi genitori con lei "Decisamente sì. Quando ero piccola, nei fine settimana, partivamo sempre da Milano per andare a Gressoney. Da papà ho preso l'amore per la montagna, mentre da mia mamma lo spirito agonistico. Grazie a lei ho iniziato a fare le gare di equitazione e di salto ostacoli. Da lì ho capito che sono una a cui piace competere e mettersi alla prova".

Non ha mai pensato al mondo dello spettacolo? "E' un mondo che non mi ha mai attirato. Mi piace solo fare le pubblicità".

Un programma dedicato allo sport e natura? "Mi piacerebbe raccontare e mostrare in tv quello che faccio, che vedo e che vivo. Magari una sorta di documentario o un programma di approfondimento. Altrimenti in tv non mi vedrei in altri ruoli".

Natalia Mastrota (Foto Klaus Dell'Orto)
Natalia Mastrota (Foto Klaus Dell'Orto)

Progetti futuri? "Mi butterò nelle 100 chilometri di corsa. E per me è una novità perché sono sempre stata abituata a fare gare da 60 e 70 chilometri. Inoltre, dovrò darmi molto da fare per quanto riguarda l'arrampicata. L'esame per diventare istruttrice è stato un mese fa e ora è il momento di mettermi pienamente in gioco: voglio provare a scalare su roccia diversa, in posti diversi e affrontare le vie lunghe".

Le sfide non finiscono mai... "L'arrampicata è uno sport fisico, molto tecnico, che però richiede anche una grande consapevolezza mentale, perfetta sintesi di armonia tra corpo e mente. E per me sarà davvero una bella sfida. Ma sono pronta a viverla con impegno lasciandomi comunque sempre emozionare".