Omicron, la quarta ondata fa paura e impatta su turismo e commercio

L'aumento dei contagi e l'ombra di nuove restrizioni minaccia la ripresa economica e sempre più italiani rinunciano alle vacanze

Illustrazione di Arnaldo Liguori

Illustrazione di Arnaldo Liguori

Il Covid mette a rischio il Natale e questa è la nuova puntata della rubrica Dieci. L'informazione raccontata con video, foto e infografiche. Se stai leggendo da uno smartphone, clicca su > questo link < per goderti a pieno il prodotto. Altrimenti, inizia a sfogliare quello che vedi qui sotto.

La quarta ondata pandemica minaccia la straordinaria ripresa dell’economia italiana, cresciuta del 6,3 per cento rispetto all’anno scorso. Le attività commerciali e turistiche temono nuove restrizioni e chiusure a causa della variante Omicron, ma temono allo stesso modo quella paura generalizzata che porta a rimandare una vacanza o ridurre gli acquisti.

Le curve dei contagi, dei ricoveri e dei decessi stanno crescendo in tutta Europa, colpendo soprattutto la popolazione non vaccinata e mettendo a rischio la tenuta dei sistemi sanitari. Il Regno Unito, con oltre 90mila contagi quotidiani, non esclude un lockdown nazionale a Natale, che l’Olanda ha già imposto fino al 14 gennaio. Anche la Germania sta valutando rigide restrizioni per le feste.

In Italia, la quarta ondata non ha ancora colpito con altrettanta forza, anche grazie all’alta copertura vaccinale. Nell’ultima settimana, però, la media quotidiana di oltre 20mila nuovi positivi e 120 decessi sta allarmando Governo e autorità sanitarie. Lo spettro del Covid torna di nuovo a farsi minaccioso sotto Natale, mettendo a rischio un momento di fondamentale importanza per l’economia.

Un’indagine di Confturismo-Confcommercio e un sondaggio di Demoskopika sulla propensione a viaggiare degli italiani svela la paura dei contagi con alcuni dati: quasi 8 milioni di persone hanno disdetto le prenotazioni per le feste, 8,5 milioni hanno cambiato programma virando su mete più vicine o riducendo la permanenza, nove su dieci resteranno in Italia.

Quest’incertezza si respira anche per le strade di Milano: «Nel caso, farò tutto all’ultimo momento – confida un ragazzo – perché vista la situazione, non mi sento di prenotare». «Come si fa a partire? In queste condizioni non è fattibile», dice una studentessa.

E non è solo il turismo a tenere il fiato sospeso. Anche il commercio teme di ripiombare nell’incubo delle zone rosse e delle saracinesche abbassate. La sensazione tra gli scaffali (digitali e non) è che in molti, preoccupati da un eventuale lockdown, abbiano anticipato l’acquisto dei regali. Secondo un’indagine di Confcommercio, un italiano su tre ha comprato i regali a novembre, sfruttando anche le offerte del Black Friday, per paura di restrizioni.

«La tendenza c’è, a novembre c’era molto movimento», conferma una commerciante di abbigliamento. «In tanti – testimonia un libraio milanese – hanno usato i fine settimana per anticipare le cose, perché non si sa mai». Insomma, prevenire è meglio che curare: un detto che racchiude al meglio tutta questa vicenda.