Bimbo scomparso: dai sandali all'allarme lanciato nove ore dopo. Tutti i punti da chiarire

La Procura di Firenze ha aperto un fascicolo sulla scomparsa di Nicola, 21 mesi, per ora senza indagati. I carabinieri: si è allontanato da solo

L'arrivo di Nicola al Meyer con la madre

L'arrivo di Nicola al Meyer con la madre

Palazzuolo sul Senio (Firenze) - I carabinieri impegnati negli accertamenti in seguito alla scomparsa del piccolo Nicola, il bimbo di 21 mesi ritrovato stamani, ne sono convinti: il bambino si sarebbe allontanato da solo, vagando poi per i boschi circostanti la casa dove vive con i genitori a Palazzuolo sul Senio. Secondo quanto si apprende, sarebbero escluse altre possibili ipotesi. Degli accertamenti i carabinieri riferiranno alla procura di Firenze, guidata dal procuratore capo Giuseppe Creazzo e interessata già da ieri quando ha aperto un fascicolo sulla scomparsa, senza alcun indagato.

Eppure la scomparsa del piccolo lascia aperti alcuni interrogativi che potranno trovare risposta in queste ore. Come ha fatto un bimbo così piccolo a percorrere tutta quella strada, visto che è stato ritrovato dopo 30 ore a circa due, tre chilometri da casa? Come mai aveva indosso i sandaletti? E perché i genitori hanno dato l'allarme dopo nove ore? 

Le indagini 

Nicola è scomparso la sera di lunedì 21 giugno ed è stato ritrovato questa mattina intorno alle 9 in un burrone nel comune di Palazzuolo sul Senio (Firenze) grazie al giornalista Giuseppe Di Tommaso.  Al momento, secondo quanto apprende l'Adnkronos, il fascicolo è senza indagati e non sarebbe stato al momento nemmeno definito il reato per cui si procede. In Procura si fa notare che sono ancora in corso gli accertamenti preliminari, iniziati comunque subito dopo il ritrovamento del bimbo. Le indagini sono condotte dal comando provinciale dell'Arma dei carabinieri di Firenze con la compagnia di Borgo San Lorenzo, competente territorialmente su Palazzuolo sul Senio. "Stiamo facendo i primi accertamenti sulla dinamica dell'accaduto e riferiremo alla magistratura", ha confermato il maggiore Michele Arturo, comandante della compagnia del Mugello. "La valutazione sul comportamento dei genitori al temine delle indagini sarà riferita in Procura".

L'allarme in ritardo

Le indagini intendono accertare il comportamento tenuto da Leonardo Tanturli e dalla moglie Pina nella vicenda e non è escluso che al termine degli accertamenti possa essere ravvisato il reato di abbandono di minore. I carabinieri sono chiamati a chiarire le circostanze e il modo in cui è avvenuta la sparizione del bimbo dal casolare sull'appennino ed anche perché i genitori hanno dato l'allarme per avviare le ricerche solo alle 9 di martedì 22 giugno dopo aver accertato, secondo il loro racconto, la scomparsa di Nicola dal letto da poco prima della mezzanotte del 21 giugno. 

Prima di lanciare l'Sos avrebbero cercato il figlio per diverse ore, sperando di poterlo ritrovare. Riguardo a questo ritardo nel dare l'allarme, eventuali profili di responsabilità, al momento non emersi, saranno valutati nei prossimi giorni dall'autorità giudiziaria che, come è prassi, ieri era stata interessata per la scomparsa del bimbo.

I sandali

Come si vede dalle immagini del ritrovamento del bambino, Nicola indossa i sandaletti. Come mai? I genitori avevano raccontato di averlo messo a letto a dormire, il bimbo - di appena 21 mesi - le ha messe da solo? O le aveva già indosso, a letto? 

Il luogo del ritrovamento

Il bambino è stato ritrovato in fondo a una scarpata lunga circa 300 metri e impervia, a circa due o tre chilometri da casa. E' vero che probabilmente il bimbo è abituato a girare per questi territori aspri, ma ora ci si chiede che strada abbia preso per arrivare in fondo alla scarpata, tanto più che - fortunatamente - non è ferito se non con qualche graffio superficiale. "Non ho avuto l'impressione che abbia trascorso lì la notte, secondo me c'è arrivato tramite il bosco, perché secondo me la strada da fare era più agevole". Lo ha detto Danilo Ciccarelli, comandante della stazione dei carabinieri di Scarperia (Firenze) che per primo ha soccorso il piccolo Nicola. Il militare ha spiegato di non aver "avuto l'impressione che abbia trascorso" la notte in fondo alla scarpata dove il piccolo è stato ritrovato, perchè "l'erba non era schiacciata, non aveva fatto un giaciglio. Secondo me si è mosso". 

Il racconto del padre

"La porta era chiusa, non a chiave, ma era chiusa. Nicola ha voluto provare ad arrivare alla maniglia, ci è riuscito ed è uscito di casa. Così si è allontanato. Noi eravamo fuori, forse ci voleva venire a cercare". E' la spiegazione che si dà il paà del bimbo scomparso per quasi due giorni nei boschi del Mugello.