Tragedia Mottarone, i periti: "Un ingranaggio della funivia andava sostituito"

Slitta a settembre il deposito della perizia. Nuovi particolari sulla manutenzione della cabina

La cabina della funivia del Mottarone distrutta

La cabina della funivia del Mottarone distrutta

I primi accertamenti dei periti sulla funivia del Mottarone hanno riscontrato "tre fili lesionati ad 8 millimetri dal colletto della testa fusa della traente inferiore del veicolo 3". È quanto emerge dalla richiesta di proroga ottenuta dai periti nell'ambito dell'incidente probatorio sulle cause della tragedia che lo scorso 23 maggio causò la morte di 14 persone. "Preme sottolineare che qualora tali lesioni si fossero riscontrate durante le ispezioni mensili previste da norme - sottolineano i periti - si sarebbe dovuta dismettere la testa fusa anticipando la data di scadenza della stessa". Un'affermazione rilevante, che indica in modo preciso una direzione di marcia per i magistrati.  Nel giustificare i tempi più lunghi nell'esecuzione degli esami di laboratorio i periti sottolineano anche molto tempo è stato impiegato per la pulitura dei reperti recuperati al Mottarone, "a causa di una elevata presenza di ossidi attribuibile anche alla prolungata esposizione esterna". 

Slitta il deposito delle perizie disposte con la formula dell'incidente probatorio per far luce sulle cause della tragedia. Il gip Annalisa Palomba ha accolto la richiesta di proroga avanzata dai periti e ha concesso la proroga dei termini fino al 16 settembre. Revocate le udienze previste per luglio, il giudice ha riconvocato le parti in aula il 20, 21 e 24 ottobre prossimi, quando dovranno essere illustrati e discussi gli esiti degli accertamenti tecnici. Il gip ha ritenuto che "la necessità di approfondimento in ordine alle analisi  frattografiche", ovvero gli accertamenti relativi alla rottura dei materiali, in questo caso il cavo trainante della funivia, "sia meritevole di accoglimento". Nei giorni scorsi il collegio dei periti guidato da Antonio De Luca, ordinario di Tecnica delle costruzioni all'Università Federico II di Napoli, aveva chiesto una proroga per "sopravvenute esigenze di ulteriori indagini e approfondimenti". 

"Eravamo fiduciosi che lo svolgimento delle indagini frattografiche su un individuato gruppo di fili della fune collassata ci potesse fornire una luce sulle ragioni del collasso stesso - spiega De Luca in una mail inviata al gip -; poichè invece abbiamo trovato ossidazioni molto consistenti su questi fili, riteniamo di operare in maniera estesa le indagini frattografiche". Richiesta di proroga era pervenuta anche dal collegio  informatico, allo scopo di "armonizzare" le perizie ed evitare il rischio "di rilasciare tutta una serie di informazioni e dati - spiega Paolo Dal Checco - che rimarrebbero privi della  valutazione del collegio 'delle cause', e quindi di spiegazione, lasciando aperta a chiunque, anche mediaticamente, la possibilità di speculare su tali elementi".