Morto Pelè: quando il Milan lo corteggiò. E quella marcatura di Trapattoni

O'Rey aveva 82 anni. I rossoneri lo corteggiarono per poi ripiegare su Amarildo. Sulla partita contro il Trap disse: "Mi stava sempre attaccato. Il Pelè italiano? Totti. Ma come era forte Maldini"

Milano, 29 dicembre 2022 -  La leggenda del calcio brasiliano Pelé è morto oggi all'età di 82 anni all'ospedale 'Albert Einstein' di San Paolo. A darne notizia, sul suo profilo Instagram, la figlia Kely Nascimento: "Tutto ciò che siamo è grazie a te. Ti amiamo infinitamente. Riposa in pace".

Pelè
Pelè

La carriera

Centrocampista o attaccante a seconda dell'occasione (con il calcio di oggi sarebbe un trequartista con licenza di fare gol), il leggendario numero 10 della Selecao ha vissuto l'intera carriera sportiva nel suo Paese indossando la casacca del Santos (dal '57 al '74, giocando 580 partite e realizzando 568 reti) e poi chiudendo in bellezza nei Cosmos di New York (dal '75 al '77, con 56 presenze e 31 gol), trasformando il volto sportivo degli Stati Uniti. In Nazionale Pele' ha raggiunto le 92 presenze e timbrato per 77 volte la porta avversaria tra il '57 e il '71. La Fifa alla fine gli ha riconosciuto il record di reti realizzate in carriera, ben 1.281 in 1.363 partite mentre in gare ufficiali O'Rey ha messo a segno 757 gol in 816 incontri con una media realizzativa pari a 0,93 gol a match.

O'Rey in Nazionale

Da calciatore Pelè è stato tutto quello che un atleta può sognare di essere: completo, veloce, abile nel dribbling, intelligente, con un senso del passaggio e del gol come pochi. Non era altissimo (1.72 cm) ma nella storia, ad esempio, è entrato di diritto un suo colpo di testa vincente, nella finale dei Mondiali '70 di Brasile-Italia 4-1, con uno stacco da terra imbarazzante ai danni del marcatore Tarcisio Burgnich cui diede alcuni centimetri di scarto rimanendo sospeso in aria per un paio di interminabili secondi. Un gesto atletico che solo Pelè poteva fare, per quel senso della posizione che gli consentiva di stare in quella porzione di campo con i tempi giusti al momento giusto. E che dire di quel gol, segnato ad appena 17 anni nella finale dei Mondiali di Svezia 1958, con tanto di 'sombrero' in area sulla testa di un difensore della squadra di casa e poi conclusione micidiale?

Il palmares

Pelè ha vinto tre volte il Mondiale: Svezia 1958, Cile 1962, Messico 1970. In più ha trionfato per dieci volte nel campionato Paulista con il Santos e sei volte nel "Campeonato Brasileiro serie A". Sempre con il Santos ha vinto due Copa Libertadores, due volte la Coppa Intercontinentale e una Supercoppa dei Campioni Intercontinentali

La corte del Milan

In passato, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Pelè aveva ricordato, come, negli anni Sessanta, avrebbe potuto indossare anche la maglia del Milan, che lo aveva cercato: i rossoneri, poi, però, ripiegarono su Amarildo, che aveva sostituito 'O Rei' nella nazionale brasiliana che prese parte alla spedizione dei Mondiali nel 1962 in Cile.

La marcatura del "Trap"

Nell'intervista, Pelè aveva anche voluto 'smontare' il mito che vuole Giovanni Trapattoni, all'epoca stopper della formazione rossonera, averlo limitato nel corso della sfida tra Italia e Brasile del 12 maggio 1963, terminata 3-0 per gli azzurri. “Devo dire che mi hanno fatto tante volte questa domanda, con la storia di Trapattoni che mi aveva fermato, impedendomi di giocare. Per me non è stata così importante, era un'amichevole, niente di memorabile. Trapattoni era un buon giocatore difensivo. Mi stava sempre attaccato ed ad un certo punto gli ho detto: “Vai a giocare!”. E il Trap: "“La verità di quel giorno è che lui era mezzo infortunato. Stanco. Io sono stato un buon calciatore, ma lasciamo stare Pelé. Quello era un marziano”

"Maldini? Un grande"

Lionel Messi è il mio giocatore preferito, disse. "Ma anche Cristiano Ronaldo e Neymar sono bravi". Il Pelè italiano? Per il brasiliano nessun dubbio: “Sì, potete dire che è Francesco Totti”, mentre, tra i giocatori italiani più forti di sempre nella storia del calcio, che 'O Rei' ha sempre stimato, è emerso un nome su tutti: “Paolo Maldini: lui è stato un grande”.