Morti in corsia a Saronno, la zia dell’infermiera: "Non ho mai più visto i miei nipoti"

Bimbi affidati ai servizi sociali. Il racconto sofferto durante l’udienza

Cazzaniga e Taroni (Newpresse)

Cazzaniga e Taroni (Newpresse)

Busto Arsizio (Varese), 12 dicembre 2017 - «Non abbiamo più visto i nostri nipoti, li hanno presi in carico i servizi sociali e da allora sappiamo solo che stanno bene». Con queste parole Maria Antonietta Clerici, 81 anni, sorella di Maria Rita, defunta madre dell’infermiera del pronto soccorso di Saronno Laura Taroni, accusata di averla uccisa in collaborazione con l’amante medico Leonardo Cazzaniga (accusato di nove morti in corsia), ha raccontato il suo stato d’animo prima di entrare in aula ieri, in occasione della nuova udienza preliminare a carico di Taroni, che in concorso con Cazzaniga è indagata anche della morte del marito e del suocero, udienza poi rinviata al 19 dicembre.

La donna è arrivata accompagnata dal fratellastro Eugenio, 65 anni, visibilmente provata. I figli di Taroni e del defunto Massimo Guerra, stando a quanto ha confermato il legale della donna, Monica Alberti, sono stati affidati ai servizi sociali. Assenti oggi invece i parenti delle presunte vittime del “protocollo Cazzaniga”, il cocktail letale di farmaci (così lo chiamava lo stesso medico) che secondo la Procura il vice primario usava per uccidere i pazienti da lui trattati in pronto soccorso. Riguardo al suo futuro processuale e a quello di Taroni, nulla è stato deciso ieri, così come per gli undici medici dell’ospedale di Saronno indagati a vario titolo per omessa denuncia, favoreggiamento e falso ideologico.

L’udienza preliminare relativa all’inchiesta a firma del Procuratore della Repubblica Gianluigi Fontana e del pm Cristina Ria è stata appunto rinviata, per decisione del Gip Sara Cipolla. Dopo circa tre ore, durante le quali sono state discusse le costituzioni delle parti civili, il giudice ha rinviato la decisione in merito alla richiesta di riunire i due tronconi dell’inchiesta avanzata dalla Procura di Busto, quello relativo ai primi quattro decessi in pronto soccorso a Saronno e alla morte di Massimo Guerra, e l’altro relativo ad altri cinque decessi in corsia e alla morte della madre e del suocero di Taroni. In aula si è discusso della posizione dell’Ast di Busto che, come ha spiegato Fontana «oltre ad aver chiesto di costituirsi parte civile, accolta salvo il danno di immagine, è anche indicata quale responsabile civile e deve essere messa in condizione di interloquire sulla riunificazione dei tronconi, decidendo eventualmente di nominare un secondo difensore». Il Gip Sara Cipolla ha ammesso i familiari dei deceduti che hanno fatto richiesta di costituirsi parte civile. La posizione di Cazzaniga potrebbe variare a conclusione del terzo filone di indagine della Procura che sta vagliando altri diciotto casi sospetti in corsia, antecedenti il 2013.