Marmolada, quattro morti identificati: chi sono

Le vittime della valanga di ghiaccio sarebbero sette in totale, tredici i dispersi

Salgono a quattro le vittime identificate nella tragedia del ghiacciaio sulla Marmolada. Le ricerche dei dispersi hanno preso il via subito dopo la valanga di ghiaccio. Le vittime del disastro sarebbero sette, solo quattro di esse sono state identificate: Filippo Bari, 27enne residente a Malo in provincia di Vicenza che lavorava in una ferramenta di Isola Vicentina e aveva un figlio di 4 anni e una compagna, Tommaso Carollo, manager 48enne di Thiene molto conosciuto nell'Altovicentino, Paolo Dani, guida alpina 52enne di Valdagno, e Davide Miotti,  51enne guida alpina di Tezze sul Brenta e titolare dal 1998 del negozio "Su e giù sport". Proprio quest'ultimo si trovava sulla Marmolada insieme alla moglie Erica Campagnaro, che risulta ancora fra i dispersi. Le ricerche stanno proseguendo senza sosta con la speranza che si possa assottigliare sempre di più la lista dei dispersi e possano essere trovate vive dai soccorritori quante più persone possibili. 

Le ricerche in mattinata
Le ricerche in mattinata

La speranza da una parte e la consapevolezza dall'altra. La speranza di chi fino all'ultimo crede, spera, immagina che sia solo un brutto incubo e tutto finirà. Si spera in un telefonino che improvvisamente si metta a squillare o che l'auto parcheggiata nello spiazzale che porta ai sentieri non sia quella del figlio, del fratello, di una delle persone amate e considerate 'disperse'. È uno strazio silenzioso, una lacerazione che si fa sempre più evidente con il passare delle ore, dei minuti. Momenti che i parenti delle persone ancora non ufficialmente diventate vittime scandiscono con i loro ricordi. Ad oltre 24 ore dalla tragedia sulla Marmolada, il quadro delle vittime e delle persone che ancora non si trovano appare via via più chiaro. I parenti e le famiglie degli scomparsi, che avevano mantenuto la speranza, per quanto flebile, hanno dovuto rassegnarsi: i loro cari non torneranno più a casa. Il cedimento del seracco sommitale della Regina delle Dolomiti li ha portati via per sempre.

"Sono venuti sia parenti delle vittime che dei dispersi. Da  domenica sono arrivate diverse decine di telefonate che vengono vagliate con attenzione. Alcune situazioni si sono risolte autonomamente. Le altre sono parte di un fascicolo in fase di elaborazione. Le richieste vengono analizzate e verificate alla ricerca del 'filo' che lega tutte le situazioni", racconta Walter Milan, del Soccorso Alpino nazionale. Come lo strazio dei genitori di Emanuela e Gianfranco che si sono presentati alla sede del Soccorso alpino con la speranza nel cuore: "Io cerco mia figlia e loro il figlio, compagni di vita. Erano arrivati ieri per fare la cordata sulla Marmolada. Non sappiamo niente e sabato è l'ultima volta che li abbiamo sentiti. Erano esperti e avevano anche la guida, non sono sprovveduti. Ma è stata la valanga. Hanno fatto anche corsi. Sono bravissimi", dice la signora con le lacrime agli occhi. Gianfranco ed Emanuela, 36 e 33 anni, lui di Montebelluna e lei di Bassano del Grappa, erano arrivati a Canazei domenica mattina per salire sulla Marmolada.

A volte però la speranza vince e il numero dei dispersi scende. Un escursionista austriaco che figurava nella lista è stato infatti contattato dalle autorità consolari austriache e ha dato sue notizie: dopo essere stato rintracciato, i dispersi ufficiali sono scesi a 13. Dieci dispersi sono di nazionalità italiana e tre di nazionalità ceca. Le autorità stanno ancora accertando la proprietà di quattro delle 16 auto parcheggiate nei pressi dei sentieri che portano al ghiacciaio: hanno tutte targhe straniere (una tedesca, due ceche e una ungherese). Nessuno è andato ancora a prenderle.