Lavoro in Lombardia, più di dieci morti al mese: le province più colpite

Sono state 115 le vittime denunciate da gennaio a novembre

Infortunio sul lavoro

Infortunio sul lavoro

Il 2023 ha già il suo primo morto sul lavoro. A Stresa, pochi chilometri al di là del confine tra Lombardia e Piemonte, un autista di 53 anni è rimasto schiacciato dal proprio furgone. Inutili i soccorsi: l’uomo è morto sul colpo. è un’emergenza senza fine. La stessa che tra gennaio e novembre del 2022 ha visto la Lombardia perdere 115 lavoratori: più di 10 al mese, più di uno ogni 37mila dei 4 milioni 300mila lavoratori lombardi. Un primato guardando ai numeri assoluti che si ribalta se rapportato all’incidenza sul totale degli occupati. In questo caso la Lombardia è la penultima regione italiana, al 19esimo posto su 20, secondo la classificazione proposta dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre che fotografa il Paese a zone - dal rosso al bianco - come accadeva durante l’emergenza Covid. Il riferimento è l’incidenza media nazionale: 32 infortuni mortali ogni milione di occupati. In base alla variazione rispetto alla media vengono definite le zone a colori.

In Lombardia però si concentra il 16% di tutte le 722 vittime di infortunio sul lavoro in Italia: uno su sei è morto qui. Rispetto al 2021 inoltre la situazione è peggiorata, mentre complessivamente in Italia le vittime sono state 110 in meno, sebbene le denunce di infortunio siano quasi triplicate. La provincia con il più alto numero di morti è Milano con 35 , poi Brescia con 25. A Mantova sono state 10, 9 a Bergamo, 8 a Cremona, 6 a Como e altrettante a Varese, 5 a Monza. In provincia di Sondrio i morti sul lavoro sono stati 3, come a Lecco e Pavia, 2 a Lodi. Rispetto al numero di persone che lavorano la provincia meno sicura è Mantova, al 16esimo posto nazionale. È in zona rossa così come Cremona, Brescia e Sondrio. Milano è 71esima in Italia, in zona gialla. Le altre province lombarde sono in zona bianca. Al bilancio definitivo del 2022 mancano ancora sia le statistiche di dicembre, sia i numeri di quanti hanno perso la vita andando al lavoro o tornando a casa dal lavoro, ma che a casa non sono più tornati, proprio come chi è precipitato da un ponteggio, è rimasto stritolato in un macchinario, è finito in una cisterna, è stato schiacciato da un carico. Sono le vittime dei cosiddetti incidenti in itinere, che sono in aumento. In Italia l’anno scorso fino a novembre sono morte 284 persone mentre stavano andando al lavoro o tornando a casa, 196 alla guida di un’auto o di un loro mezzo di trasporto, gli altri 88 a piedi, travolti da altri lavoratori. Il bilancio complessivo dei morti sul lavoro nello Stivale arriva così a quota 1.006.