Lavoro, 27 morti: "Mancano i controlli"

L’ultima vittima nel Varesotto, a Brescia grave un operaio. I sindacati: ennesima tragedia. La Regione aumenti il personale per le ispezioni

Morti lavoro (L'Ego-Hub)

Morti lavoro (L'Ego-Hub)

Milano I sindacati contano 27 morti sul lavoro da inizio anno; 22 (esclusi quelli nel tragitto casa-azienda) al 31 marzo, è il bilancio dell’Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega Engineering che ha elaborato dati Inail alla chiusura del primo trimestre. L’ultimo, ieri, in provincia di Varese, a Busto Arsizio dove un lavoratore di 49 anni, padre di due bambine di otto e sette anni ha perso la vita durante il turno di lavoro mentre stava facendo manutenzione una alesatrice: "È l’ennesima tragedia nel mondo del lavoro – è il commento congiunto dei sindacati Cgil Lombardia, Cisl Lombardia, Uil Milano Lombardia, Cgil Varese, Cisl Laghi e Uil Varese –. L’andamento degli infortuni e delle morti sul lavoro in Lombardia sta peggiorando: la sicurezza sul lavoro è un diritto fondamentale e pretendiamo si faccia il necessario per garantire un lavoro sano e sicuro. Chiediamo investimenti da parte delle aziende nella cultura della sicurezza e nella prevenzione di cui oggi tanto si parla, ma con insufficiente impegno per attuarle nell’organizzazione del lavoro". Regione Lombardia – sottolineano i sindacati – "deve restituire operatività ai servizi di prevenzione negli ambienti di lavoro, cui spetta la vigilanza sul rispetto delle norme e la prevenzione, rafforzando il personale dedicato ai controlli nelle aziende. Occorre un impegno comune sulla formazione continua e adeguata ai cicli produttivi".

A Brescia un operaio di 53 anni di origini egiziane è rimasto colpito al torace da una lastra di vetro: è stato trasferito al Civile e le sue condizioni sono gravi, ma non sarebbe in pericolo di vita. Nel primo trimestre dell’anno, in tutta la provincia si sono registrati sei casi mortali, con un indice di 10,9 sugli occupati, il secondo valore più alto in Lombardia. L’elaborazione dell’Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega Engineering sulle denunce pervenute all’Inail è il risultato del rapporto del numero di infortuni mortali per ogni milione di occupati. Nella Città Metropolitana di Milano, da gennaio al 31 marzo sono state sette le morti sul lavoro, con un indice di 4,8 (più basso nonostante il record di casi per il numero di occupati che arriva a 1,5 milioni). Due le vittime a Bergamo e Monza, una a testa a Lecco, Pavia, Sondrio e Varese. La Lombardia è la seconda regione per numero di croci bianche con 22. Seguono Campania (18), Lazio (16), Emilia Romagna (15), Piemonte (14), Veneto (11), Puglia (10), Abruzzo (9), Toscana (8), Calabria e Sicilia (6), Molise (5), Trentino Alto Adige (4), Umbria, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Marche (2), Basilicata e Sardegna (1). Per quanto riguarda invece l’incidenza di mortalità sulla popolazione lavorativa, è il Molise a guidare la classifica con un indice di 47,7 contro una media nazionale pari a 6,7. Seguono Abruzzo (18,3) e Calabria (11,2), mentre la Lombardia è tra le ultime regioni con un indice di 5. Le province in cui si muore di più in occasione di lavoro in Italia sono Napoli e Roma (9 decessi). Seguono:Milano (7), Bologna, Brescia e Torino (6) e Salerno (5).