La pecora Fortunata col suo agnellino fa 100 chilometri per raggiungere il gregge

Era rimasta all'ovile per partorire, ma appena il piccolo è riuscito a camminare ha intrapreso con lui un viaggio di 40 giorni per raggiungere l'abituale alpeggio in Val Formazza

Fortunata e il suo agnellino in viaggio (dalla pagina Facebook di Claudio Morando)

Fortunata e il suo agnellino in viaggio (dalla pagina Facebook di Claudio Morando)

Verbania - Ha percorso un centinaio di chilometri insieme al suo agnellino appena nato per ricongiungersi al gregge da cui si era staccata 40 giorni fa. E il pastore, quando l'ha rivista, passata la sorpresa le ha dato un nome nuovo: Fortunata.

È stata fortunata e anche coraggiosa questa pecorella che, un passo alla volta, ha percorso tutto il Piemonte nord-orientale da Gozzano (Novara), dalle parti del lago d'Orta, fino alle montagne della Val Formazza.

Un transumanza solitaria che, come ha scritto sui social Mauro Morando, lo chef che ha rivelato la vicenda. "L'altro giorno - racconta l'uomo, che lavora in un ristorante della zona - stavo scendendo verso valle e, lungo la strada, ho incontrato il pastore mentre risaliva insieme alla pecora e all'agnello". Il pastore è Ernestino, conduce un gregge composto da un migliaio di capi. «L'inverno lo trascorre a Mortara, nel Pavese, poi muove verso Gozzano. Quindi arriva nel Verbano-Cusio-Ossola e, nei mesi più caldi, sale in val Formazza per portare le pecore al pascolo. Fa così da quarant'anni».

Fortunata, questa volta, a giugno era stata lasciata nel ricovero di Gozzano perché incinta. Ma dopo il parto, non appena il suo agnellino è stato in grado di assestarsi sulle zampe, si è messa in movimento. "Avendo quattro o cinque anni - osserva Morando - nelle scorse estati era già stata in val Formazza. Evidentemente è stata in grado di orientarsi o di ricordare la strada percorsa in passato". Il viaggio è durato una quarantina di giorni.

Ernestino, adesso, ha sistemato Fortunata e l'agnello (chiamato Fortunato) al sicuro, per fare in modo che si riposino, e ha portato le altre pecore più su, in alpeggio. Ma tra poco, al massimo entro i primi di settembre, sarà tempo di ripartire verso le pianure per fuggire dalla neve e dal freddo.