Molestie ai baby-calciatori durante il ritiro della squadra: la Figc squalifica il mister

Gallarate, l’indagine partita da un articolo del “Giorno“ si chiude con la sentenza federale: cinque anni lontano dai campi per l’allenatore

 molestie a un ragazzino degli Esordienti

molestie a un ragazzino degli Esordienti

Per cinque anni non potrà allenare né ragazzini, né adulti, né far parte con qualsiasi ruolo dell’attività della Federazione italiana giuoco calcio. Questa la sentenza emessa dalla sezione disciplinare del Tribunale Federale Nazionale che ha squalificato fino al 2027 il cinquantenne I.M., ex allenatore degli “Esordienti“ (classe 2009) della Cedratese Calcio 1985 SSD accusato di molestie sessuali aggravate nei confronti di un baby calciatore del club di Gallarate.

L’inchiesta della Procura Generale dello Sport (parallela al procedimento penale avviato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Verbania) era partita nel settembre del 2021 a seguito dell’articolo pubblicato su “Il Giorno“ che riferiva di denunce nei confronti del “mister“ presentate dai genitori di alcuni giovani tesserati della scuola calcio con l’accusa di molestie sessuali nei confronti degli atleti. Gli episodi incriminati, come accertato in sede processuale, sono avvenuti durante il ritiro pre-campionato della squadra (23-29 agosto 2021) in una località del Verbano-Cusio-Ossola.

Per alcuni giorni, soprattutto i primi tre, la camera 101 dell’hotel che ospitava il gruppo era diventata un luogo da incubo per tre giovanissimi calciatori: già, perché nella stessa stanza si era sistemato (senza chiedere permesso alla società, al dirigente accompagnatore e ai genitori) anche quell’allenatore con patentino Uefa C di cui tutti si fidavano. Con intenzioni inimmaginabili. Nel letto a castello c’erano due ragazzi, I.M. invece dormiva nel letto matrimoniale con un altro calciatore. "Mentre erano distesi – si legge nella sentenza – e alla presenza degli altri due minori, l’allenatore sollevava la maglietta al ragazzo per toccarlo e massaggiarlo sulla pancia, dava alcune carezze nonché alcuni schiaffi sul sedere dicendo “bambini sentite che bel rumore che fa...“".

Insomma, abusando del proprio ruolo di istruttore e allenatore e in spregio a quel rapporto di fiducia instaurato con i giovani calciatori, I.M. poneva in essere comportamenti illeciti, confermati nel corso dell’audizione protetta svoltasi durante il procedimento penale dagli altri due minori presenti nella stanza, uno dei quali ha dichiarato di aver assistito agli abusi. Non solo: il ragazzino molestato, prima di avvisare il dirigente e sfogarsi coi genitori, confidò ai compagni di squadra di aver anche reagito, "scostandosi perché infastidito dalla condotta del suo allenatore" il quale pure negli spogliatoi aveva mostrato atteggiamenti “morbosi“, "presenziando senza giustificazione durante le docce dove avrebbe espresso apprezzamenti a sfondo sessuale nei confronti dei giovani calciatori".

Il tecnico (cui le forze dell’ordine, dopo l’irruzione in hotel, imposero subito l’obbligo di dimora e il divieto di contatto con l’esterno, oscurandogli anche i profili social) ha cercato di difendersi dicendo che la sua condotta "non sarebbe stata finalizzata a un approccio sessuale, riconoscendo solo l’errore di non aver chiesto ai genitori del minore il consenso per dormire nella medesima stanza e nel medesimo letto". Tesi che però non ha convinto gli organi inquirenti, proprio alla luce delle testimonianze dei giocatori. La squalifica di cinque anni si aggiunge all’inibizione di tre mesi del dirigente accompagnatore per non aver vigilato mentre per la società (che aveva subito preso le distanze dal tecnico, immediatamente allontanato dal ritiro) sanzione ridotta con ammenda di 2mila euro.