La modella 15enne violentata: "Lo imploravo: basta. E lui: tra 20 minuti"

Bergamo, abusi su un’adolescente durante lo stage: nove anni e mezzo di condanna a Vincenzo Lamberto, titolare dell'agenzia. Il racconto dell'incubo: "Mi ha fatto ubriacare, ero stordita"

Bergamo, 22 dicembre 2022 - La sua versione dei fatti non è stata ritenuta credibile. Nelle sue dichiarazioni spontanee davanti alla Corte d’Assise, presieduta dal giudice Giovanni Petillo (a latere Patrizia Ingrascì e Laura Garufi) aveva accennato a circostanze false e inverosimili, a una vendetta architetta nei suoi confronti. Vincenzo Lamberto, 61 anni, titolare dell’agenzia per modelli Publistar di Gorlago, in provincia di Bergamo (chiusa da tempo), è stato condannato a nove anni e mezzo, più della pena chiesta dall’accusa, per violenza sessuale e atti sessuali nei confronti di due ragazze, di cui una minorenne. Il collegio è andato oltre la richiesta dell’accusa: il pm Laura Cocucci aveva chiesto per l’imputato 8 anni. Respinte le richieste di risarcimento.

Il processo

L’imputato ha sempre negato, con l’avvocato Federico Viviani che aveva invocato l’assoluzione piena, parlando di circostanze false e inverosimili, "fandonie", "invenzioni", sostenendo che la sedicenne insieme alla madre avrebbe agito per vendicarsi del fatto che il titolare dell’agenzia non accettò di inviare gratuitamente i suoi book fotografici e disse che la giovane non era pronta per quel mondo. Il 61enne non era presente in aula al momento della lettura della sentenza. I fatti risalgono al 2018. La vittima aveva 15 anni e arrivava da fuori Lombardia. Fare la modella era un suo sogno che avrebbe potuto forse dare una svolta alla vita in salita di questa ragazzina, una vita famigliare difficile, con la mamma alle prese con gravi problemi personali: un giorno la mamma notò su Internet la pubblicità di un corso per diventare modella e pensò "che la figlia avrebbe trovato il suo futuro", per usare le parole del pm. La minore in questo processo è parte civile e una seconda ragazza, all’epoca ventenne, è parte offesa. L’imputato aveva detto che non "era successo nulla" di quanto denunciato. Quanto alla ragazzina della querela, aveva sostenuto che si era trattato di "una sorta di vendetta perché mi sono rifiutato di dare il materiale, perché non ero stato pagato". Si facevano anche dei book fotografici, in agenzia.

La ricostruzione

A luglio 2018 la minore si fermò a dormire nei locali messi a disposizione dall’agenzia, come altre ragazze del corso, una decina in tutto. Lei e la mamma denunceranno il 22 agosto, ma il caso era già stato segnalato dall’ospedale, con un certificato medico. Il pm nella sua ricostruzione, ripercorrendo il racconto della ragazzina aveva contestato tre episodi. La prima sera, fuori c’è una grigliata di gruppo. "Mi è stato dato da bere, due o tre bicchieri di vino". È un’aggravante. "Mi prese in braccio, mi portò nella sua casetta, mi appoggiò sul letto, iniziò a baciarmi. Dissi che volevo tornare a casa perché mi veniva da vomitare. Ero stordita". Lui, sempre secondo il racconto, le dice "tra 20 minuti". Poi "iniziò a spogliarmi". L’altra ragazza denunciò il giorno stesso, il 21 novembre 2017, con il fidanzato che l’aspettava fuori. Era andata per un colloquio per fare le pulizie ma l’imputato le aveva detto che era carina, le aveva fatto indossare un costume e l’aveva toccata. Questa ragazza ha poi ritirato la querela, "ma perché aveva paura di non avere le prove". Altre modelle hanno invece detto di non avere subito abusI.