Rivanazzano Terme, dopo il missile anche il lanciarazzi

Il Qatar: "Ordigno venduto nel ‘94". Altre scoperte nell’hangar

La Digos verifica la testata del missile francese Matra S530

La Digos verifica la testata del missile francese Matra S530

Pavia, 18 luglio 2019 - L'intrigo internazionale s’infittisce. Dopo l’informativa arrivata da un ex agente del Kgb che ha portato la Digos di Torino a monitorare i contatti di ambienti dell’estrema destra, in particolare di ex combattenti italiani nel conflitto nella regione ucraina del Donbass, riuscendo a intercettare il tentativo di vendita, per un valore di poco inferiore al mezzo milione di euro, del missile aria-aria trovato in un capannone a Rivanazzano Terme, ieri sono arrivate dal Qatar le conferme sulla provenienza del Matra S530.

È stata la portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Lolwah al-Khater, in un comunicato riportato ieri dal quotidiano al Quds Arabi, di proprietà del Qatar, e ripreso da altri media arabi e poi da agenzie di stampa internazionali e italiane, a confermare che il missile trovato nel Pavese «è stato venduto dallo stato del Qatar nel 1994 in una transazione comprendente 40 missili Matra Super 530 ad un Paese amico, che desidera non essere nominato in questa fase dell’indagine». Dal Paese arabo la conferma di una circostanza già nota agli inquirenti, vista la presenza di codici di numerazione sull’arma. Quello che manca, al momento, è il resto del percorso. I 24 anni di “vita” dell’ordigno francese dalla vendita al «Paese amico» alla sua apparizione nel Pavese. Con ogni probabilità, la dismissione di quei 40 Matra S530 dal Qatar era legata alla contemporanea decisione di cedere un lotto di vecchi aerei francesi con altri di nuova generazione proprio nel 1994. La strada da seguire, dunque, è quella.

Dopo gli arresti di Fabio Del Bergiolo, sessantenne di Gallarate (in carcere da venerdì scorso in applicazione di misura cautelare), del quarantaduenne svizzero Alessandro Monti e dell’italiano cinquantunenne Fabio Bernardi (entrambi ai domiciliari dopo la convalida del fermo scattato a Forlì) e l’indiscrezione sugli sviluppi dell’indagine (ancora in corso) che avrebbe individuato anche il precedente possessore del missile, un milanese la cui posizione è ancora al vaglio degli investigatori, ieri da Doha hanno confermato che l’inchiesta prosegue a livello internazionale: «Le autorità competenti del Qatar hanno avviato un’indagine urgente, in collaborazione con quelle italiane e del terzo Paese amico al quale era stato venduto il missile Matra 25 anni fa». «Lo Stato del Qatar - prosegue la dichiarazione del ministero degli Esteri - sottolinea la propria preoccupazione per il fatto che un missile venduto 25 anni fa sia finito nelle mani di una terza parte che non rappresenta uno Stato o un governo».

Nel frattempo anche ieri a Rivanazzano è proseguita la perquisizione del capannone, che durerà ancora qualche giorno, con l’acquisizione di altro materiale. Sugli scaffali sono spuntate due razziere italiane per razzi Snia-Bpd, lunghe 201 centimetri, per armi da 50 millimetri (non presenti all’interno), impiegate, per l’armamento di aerei modello MB339 in dotazione anche all’Aeronautica militare italiana, oltre agli Emirati, al Brasile, all’Argentina e all’Eritrea.