Michele Bravi, il cantante e il senso di colpa indelebile

Il pm: "Processate Bravi per omicidio stradale"

Michele Bravi

Michele Bravi

Milano, 9 giugno 2019 - Per Michele Bravi, il cantante 24enne vincitore di 'X Factor' nel 2013, balzato agli onori della cronaca non solo per le sue qualità di giovane promessa della musica italiana, ma anche per una vicenda decisamente drammatica, la Procura ha chiuso le indagini e chiesto ieri il rinvio a giudizio con l'accusa di omicidio stradale. Il «buco nero» nella vita del cantante, la tragedia per cui cancellò tutti gli impegni con il pubblico, e silenziò i social, ha una data precisa: il 22 novembre 2018. Quella sera Bravi era alla guida di un'auto di una società di car sharing e, secondo quanto ricostruirono le indagini, aveva effettuato un'inversione vietata per immettersi nel senso di marcia opposto. In quel momento stava arrivando una donna, in sella ad una Kawasaki, che non aveva fatto in tempo a frenare, schiantandosi contro la portiera dell'auto. Un'ora dopo la donna, 58 anni, era morta, a nulla erano serviti i soccorsi che pure il cantante aveva prontamente chiamato. Nel corso delle indagini il pm aveva anche affidato ad un perito una consulenza cinematica per ricostruire la dinamica dell'incidente e dalla relazione era emerso che il cantante aveva effettuato quella manovra senza sincerarsi se arrivasse qualcuno, insomma avrebbe dovuto guardare nella direzione da cui proveniva la moto, prima di girare l'auto, dissero i periti.

Il difensore aveva chiarito subito che Bravi «non stava effettuando inversione ad U, bensì una svolta a sinistra per accedere ad un passo carraio e che andava valutata anche la velocità della moto». Perizie e tecniche difensive a parte, che sono tecnicismi buoni per le aule giudiziarie, Bravi aveva espresso subito e pubblicamente un «dolore profondo».  «Quanto accaduto ha certamente e intimamente sconvolto la vita di numerose persone: la mia e quella dei cari della defunta», aveva scritto a nome suo, il suo team in una nota.Tutti i concerti erano stati annullati, con una preghiera: «rispettate il mio dolore e il mio silenzio».

Ora spetterà al gup, al termine dell'udienza preliminare, decidere se mandare a processo il cantante, come chiesto dalla procura, i legali di Bravi potrebbero anche giocare la carta del patteggiamento. La vicenda dolorosa di questo giovane talento, così amato e popolare, ricorda quella di altri personaggi che hanno vissuto un dramma simile con gli inevitabili, devastanti sensi di colpa. Marco Paolini, attore teatrale, autore di struggenti monologhi, ha patteggiato un anno lo scorso 14 maggio. Nel luglio del 2018 al volante della sua auto causò un incidente in cui morì una 53enne. «È stata colpa mia», disse, per poi chiudersi in un silenzio lungo mesi che lo portò ad annullare tutti gli spettacoli programmati come segno di rispetto per i familiari della donna. Il comico Salvatore Ficarra, nel 2005, a Palermo, investì uccidendola una ragazza di 18 anni che girava a bordo di uno scooter. L'attore partecipò ai funerali della ragazza scioccato: «Non dimenticherò mai».

Anche il cantautore Bennato fu protagonista di un incidente in cui perse la vita la sua fidanzata di allora. Era il '97 e lei aveva solo 23 anni. Lui patteggiò otto mesi, ma la sua vita non fu più la stessa. Nessun morto, solo un ferito, ma il medesimo dolore lo provò Fiorello. Nel 2014 investì in moto un pedone 73enne. Entrambi finirono al «Gemelli». In lacrime per il forte senso di colpa lo showman aveva telefonato alla figlia dell'uomo investito chiedendo perdono.