Medici "no vax": stipendio sospeso fino al contenimento dei contagi

Questa l'ipotesi per il nuovo decreto legge, da estendere a tutti gli operatori sanitari. Nella norma anche lo "scudo penale" per chi somministra i vaccini

Vaccinazioni Covid

Vaccinazioni Covid

Roma - Obbligo di vaccini per i medici, il tema sarà  inserito nel decreto legge che dovrà partorire il Consiglio dei Ministri che si riunirà nel pomeriggio del 31 marzo. La questione dei "no vax" e del rischio che possano contagiare colleghi e pazienti è dibattuta da giorni. E sul piatto si sono avvicendate diverse soluzioni. Al momento pare accantonata quella che prevedeva uno spostamento del personale che non intende vaccinarsi in altri reparti, visto il rischio che si tratti di un provvedimento insufficiente a limitare i contagi in aree critiche.Poi si è pensato di disporre l'obbligo solo per chi lavora a stretto contatto con i pazienti.

Ma l'ipotesi che è avanzata nelle ultime ore è quella di estendere l'obbligo a chiunque lavori in una struttura sanitaria: medici e infermieri in primis, ma anche operatori sociosanitari, dipendenti di Rsa e studi privati. Per chi rifiuta il vaccino, quindi, saranno disposte delle sanzioni: nessun licenziamento e neppure un momentaneo trasferimento ma, questo il progetto, la sospensione dello stipendio per un tempo che sia congruo all'andamento della pandemia. Non immediatamente quantificabile dunque, poiché legato ai numeri e al contenimento effettivo dei contagi. Quindi strettamente legato all'andamento della stessa campagna vaccinale. 

La sanzione verrebbe revocata al raggiungimento di un'immunità di massa considerata sufficiente, se non alla chimerica immunità di gregge che pare difficilmenteconquistabile se non tra molti mesi. Il decreto d'altra parte conterrà  anche il cosiddetto "scudo penale" per gli operatori che somministrano il vaccino, così da tutelarli dalle "reazioni avvrese" che i sieri possono causare. Resterebbe però prevista la punibilità ai soli casi di colpa grave, in modo da garantire la possibilità per i pazienti di potersi rivalere nel caso di vaccinazioni mal gestite.