Regione, Maroni sulle riforme: "Un comitato per definire i cantoni lombardi"

"Faremo una consultazione con i sindaci, con il territorio, con tutti gli stakeholders per definire una proposta da mandare al governo per l'attuazione del nuovo sistema istituzionale lombardo".

Roberto Maroni

Roberto Maroni

Milano, 14 gennaio 2016 - Un apposito comitato "per capire cosa succederà in Regione Lombardia, in particolare per l'abolizione delle Province". Il governatore lombardo Roberto Maroni ha così annunciato la nascita del comitato dai lui presieduto e ha spiegato che i compiti del nuovo organo - che si riunirà per la prima volta il 20 gennaio - saranno di "ridefinire i nuovi confini delle vecchie Province, riducendole da 12 a 8 aree omogenee, partendo dalle 8 ATS stabilite con la riforma della sanità, che io chiamerei gli '8 Cantoni della Lombardia'; verificare quali competenze lasciare alle nuove aree e quali prenda in carico la Regione; eliminare tutti i livelli intermedi, come, ad esempio le comunità montane che sono 23, è una sola ATS, per semplificare la vita ai cittadini, lasciando le strutture ma evitando sovrapposizioni nella gestione, concentrando nei comuni, nel livello intermedio, nella Regione tutti i poteri. Un ente solo a cui fanno capo tutte le competenze. Questa sarà la semplificazione più importante mai avvenuta in Lombardia. Adesso abbiamo l'opportunità di farlo con la riforma costituzionale e vogliamo anticipare i tempi, mettendoci subito in moto".

"Faremo una consultazione con i sindaci, con il territorio, con tutti gli stakeholders ma entro giugno voglio definire una proposta da mandare al governo per l'attuazione, a partire da ottobre, del nuovo sistema istituzionale lombardo", assicura il presidente lombardo che ricorda di essere, comunque, contrario alla riforma costituzionale, perché prevede "l'accentramento dei poteri a Roma, togliedoli alle Regioni. Però, nell'ipotesi che venga approvata dal referendum che ci sarà in ottobre, io voglio essere pronto ad attuarla perché, altrimenti, oltre al danno c'è, anche, la beffa per i cittadini", conclude.