Covid, mancano sedativi negli ospedali di Rio: pazienti intubati svegli e legati al letto

La testimonianza choc di un'infermiera dell'Albert Schweitzer: i malati ci implorano di non farli morire. Il presidente Bolsonaro: siamo al limite, il Brasile è una polveriera

Centenario hospital, in São Leopoldo, Rio Grande do Sul, Brazil

Centenario hospital, in São Leopoldo, Rio Grande do Sul, Brazil

San Paolo, 14 aprile -  Dopo oltre un anno di pandemia, quando il peggio sembrava alle spalle e le immagini di terapie intensive affollate avrebbero potuto essere solo un brutto ricordo, arriva una nuova doccia fredda che riporta indietro le lancette a oltre un anno fa, quando il virus ci ha colto di sorpresa e ci ha trovati impreparati. Oggi non dovrebbe essere così, eppure mancano addiruttura i sedativi negli ospedali di Rio de Janeiro, dove alcuni operatori sanitari hanno denunciato di aver dovuto intubare dei pazienti Covid da svegli. Un'infermiera dell'ospedale Albert Schweitzer di Realengo, nella zona orientale do Rio, ha raccontato al sito G1 che alcuni pazienti Covid in gravi condizioni sono intubati svegli e con le mani legate al letto a causa della mancanza di farmaci. Nell'ospedale sono ricoverati 118 pazienti Covid, di cui 40 in rianimazione. "Sono svegli, senza sedativi, intubati, con le mani legate al letto e ci implorano di non farli morire", ha detto l'infermiera, in forma di anonimato.

In una settimana 5.657 vittime: il triplo rispetto alla prima ondata

Nonostante l'elevato ritmo delle vaccinazioni e le rigide misure di confinamento, tra cui il lockdown, lo Stato di San Paolo, il più colpito dal coronavirus in Brasile, tra il 4 e il 10 aprile ha avuto la settimana con il maggior numero di morti dall'inizio della pandemia, con 5.657 vittime. La cifra è praticamente il triplo di quella della settimana con il maggior numero di morti avvenuta nella prima ondata, a metà luglio, quando ci furono 1.945 decessi per Covid-19. I dati provengono dalla locale segreteria alla Salute, secondo cui lo Stato più ricco e popoloso del gigante sudamericano continua a registrare il record di decessi (84.380) e contagi (2.667.241) provocati dalla malattia. 

La variante brasiliana muta ancora: virus più resistente ai vaccini?

Secondo gli scienziati brasiliani, la variante brasiliana del coronavirus P1, responsabile di un'ondata di Covid-19 nel Paese che ha destato l'allarme della comunità internazionale, sta mutando in modi che potrebbero renderla maggiormente in grado di eludere gli anticorpi.  La ricerca condotta dall'Istituto di sanità pubblica Fiocruz sulle varianti circolanti in Brasile ha trovato mutazioni nella proteina spike che viene utilizzata per infettare le cellule. Queste mutazioni, secondo gli scienziati, potrebbero rendere il virus più resistente ai vaccini con implicazioni potenzialmente gravi per l'epidemia nella nazione più popolosa dell'America Latina. "Crediamo che sia un altro meccanismo di fuga che il virus sta creando", ha commentato Fiocruz.

Due vaccini in campo: Coronavac e Sinovac

In Brasile sono state somministrate finora più di 32 milioni di dosi di vaccino, di cui oltre otto milioni solo nello Stato di San Paolo. La maggioranza delle somministrazioni è avvenuta con il vaccino CoronaVac, che in Brasile viene prodotta proprio a San Paolo, dall'Istituto Butantan, in collaborazione con il laboratorio cinese Sinovac. Il Butantan ha consegnato già oltre 40 milioni di dosi al governo federale per l'utilizzo in tutto il Paese. "Su dieci brasiliani, otto ricevono il vaccino di Butantan. Il vaccino che salva, il vaccino del Brasile", ha detto oggi il governatore di San Paolo, Joao Doria. Le dichiarazioni di Doria arrivano a pochi giorni di distanza dall'ammissione della "bassa" efficacia dei vaccini anti- Covid cinesi da parte delle autorità di Pechino. Lo studio clinico finale sul CoronaVac, condotto dall'Istituto Butantan e pubblicato domenica scorsa, ha rivelato che il farmaco ha un'efficacia del 50,7%, leggermente superiore al limite del 50% stabilito come riferimento minimo dall'Oms.

Bolsonaro: "Siamo al limite. E' una polveriera"

Proprio oggi il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, ha detto che il suo Paese è al limite e la gente sembra trovarsi in una "polveriera" pronta ad esplodere a causa dei problemi sociali generati dalla pandemia di coronavirus. "Il Brasile è al limite, la gente dice che devo agire - ha sottolineato Bolsonaro parlando con alcuni simpatizzanti a Brasilia -. Sto aspettando un segnale dal popolo perché la fame, la miseria e la disoccupazione sono sotto gli occhi di tutti, non li vede solo chi non vuole. Non voglio litigare con nessuno, ma siamo sul punto di avere un problema serio in Brasile. Che cosa verrà fuori da tutto questo, dove arriveremo? Sembra di trovarci in una polveriera. E ci sono persone, in giacca e cravatta, che non vogliono vederlo", ha aggiunto il capo dello Stato.