Covid Malpensa, tampone per chi arriva dalla Cina: già 210 test, molti positivi

I passeggeri provenienti dal paese asiatico possono sottoporsi al test in aeroporto. Regione Lombardia: "Consigliato ma non obbligatorio". Pregliasco: "Giusto rafforzare controlli". Bassetti: "Rischio nuove varianti"

Malpensa (Varese), 27 dicembre 2022 - All'aeroporto di Malpensa torna il tampone anti-Covid per i passeggeri e gli operatori di rientro dalla Cina. La nuova misura è entrata in vigore lunedì 26 dicembre. Spiegano dalla Regione Lombardia che al momento "non si tratta di un obbligo", ma di un invito. Obiettivo? "Sequenziare, ovvero analizzare il virus di chi eventualmente risulta contagiato e capire se si tratta delle stesse varianti di Sars-Cov-2 in circolazione in Italia o di nuovi ceppi". "Al momento sono stati sottoposti al test 210 passeggeri - si legge in una nota della Regione -. Una buona percentuale di loro sarebbe positiva".

L'invito al tampone - decisamente perentorio - è ben visibile sul sito dell'aeroporto. Questo il banner che compare sull'homepage:  "A causa di una nuova normativa Covid la informiamo che, all'arrivo a Malpensa, è richiesta l'esecuzione del tampone antigenico molecolare per tutti i passeggeri e gli operatori provenienti dalla Cina. Il presente regolamento è immediatamente valido fino al 30 gennaio 2023". Il portale di Malpensa rimanda poi al sito  'viaggiaresicuri.it' della Farnesina, dove l'aggiornamento del 27 dicembre informa che a causa di "un elevato numero di infezioni da Covid con la conseguente forte pressione per il sistema sanitario cinese" la "Regione Lombardia ha dato indicazione alla Ats Insubria, di riferimento per l'aeroporto di Malpensa, di sottoporre a tampone molecolare di screening per Covid-19 tutti i passeggeri/operatori provenienti dalla Cina". Quello di Malpensa è l'unico caso di aeroporto in italia - e in Europa - ad avere adottato questo protocollo sanitario nei confronti di passeggeri partiti dalla Cina, anche se hanno fatto uno scalo.

Bassetti: "Da Cina rischio nuove varianti"

"La situazione Covid in Cina a me preoccupa moltissimo: sono un miliardo e mezzo di persone e, con un virus che contagerà probabilmente il 50% circa della popolazione, si pensi a quanti giri farà questo patogeno. Il rischio è di avere un 'fuoco di ritorno' delle persone che viaggeranno e arriveranno qua e che magari potranno portare delle varianti più contagiose, anche se speriamo non più pericolose. Del resto, però, se una variante è resistente alle vaccinazioni è automaticamente più pericolosa e mi auguro che tutto questo non succeda". E' l'analisi di Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, che ha commentato all'Adnkronos Salute il quadro con cui si sta confrontando la Cina, alle prese con una maxi ondata di contagi (sebbene non siano chiari i numeri di casi e morti), e lancia un appello affinché si tenda una mano al Paese. "Ci vuole, a mio avviso, un intervento urgente da parte dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e di tutto il mondo per dare una mano alla Cina in questo momento, mandare dei vaccini che funzionano e dei farmaci, degli antivirali. Credo sia arrivato il momento di farlo, perché il mondo è globale e, se le cose vanno male in una parte del globo, rischiano di ritornarci indietro in forma anche peggiore", ha concluso.

Pregliasco: "Giusto rafforzare i controlli"

Oggi sul fronte pandemia "il problema principale arriva dalla Cina" che, abbandonata la politica 'zero Covid', sta registrando numeri record mai riportati dall'inizio dell'emergenza. "E' necessario non farsi trovare impreparati rispetto a quello che potrebbe succedere", ha avvertito il virologo Fabrizio Pregliasco, commentando all'Adnkronos Salute il ritorno del tampone molecolare (facoltativo ndr) per la ricerca di Sars-CoV-2 all'aeroporto di Milano Malpensa, per i passeggeri/operatori provenienti dal Paese asiatico.  "E' giusto il potenziamento dei controlli rispetto ai viaggiatori in arrivo dalle aree interessate", ha affermato il docente dell'Università Statale di Milano, che sollecita anche "l'incremento della sorveglianza virologica, con monitoraggio e sequenziamento virale". Perché la situazione cinese "magari è qualcosa che non avrà conseguenze - ha detto Pregliasco - però una diffusione così ampia e veloce, in un contesto in cui tante nuove varianti possono emergere, va tenuta assolutamente a bada con interventi istituzionali e internazionali", precisa il medico. Il suo invito è a "mantenere alta l'attenzione, con un ruolo che deve essere anche dell'Europa e dell'Organizzazione mondiale della sanità", auspica. Il tutto "proprio per non farci trovare impreparati - ha ripetuto l'esperto - in un'ottica di 'pre-occupazione', senza isterismi o negatività e sempre con un richiamo all'importanza della vaccinazione. Stiamo sereni e tranquilli, riprendiamo la nostra vita perché abbiamo battagliato per anni - conclude - ma restiamo vigili". 

Boom di contagi in Cina

In Cina l'esplosione del numero di contagi e dei morti dall'inizio di dicembre, quando sono state abolite le rigide misure di contenimento anti Covid dopo le proteste dei cittadini, è difficilmente misurabile anche a causa dello stop alla diffusione dei dati deciso qualche giorno fa dalle autorità. Ma i numeri che circolano sono allarmanti. Secondo la società di ricerca britannica Airfinity, ad oggi ci sono oltre un milione di nuovi casi e almeno 5 mila morti al giorno. E la situazione rischia di peggiorare ancora. I modelli elaborati da Airfinity suggeriscono un numero di decessi compreso tra 1,3 e 2,1 milioni a seguito dell'attuale ondata di Covid in Cina. La stima della società è di 3,7 milioni di infezioni al giorno a metà gennaio per arrivare, in marzo, a 4,2 milioni di casi quotidiani.

Cina, la situazione rischia di peggiorare

Ora, sospesi i test di massa e liberalizzati gli spostamenti dei cinesi, le conseguenze appaiono preoccupanti. Ieri, mezzora dopo l'annuncio della riapertura ai viaggi da parte della National Health Commission, i dati della piattaforma di viaggi Ctrip hanno mostrato che le ricerche di destinazioni oltre frontiera erano aumentate di 10 volte: tra le più gettonate Macao, Hong Kong, Giappone, Thailandia e Corea del Sud. I dati di un'altra piattaforma, Qunar, hanno mostrato che 15 minuti dopo la notizia, le ricerche di voli internazionali sono aumentate di sette volte.  A peggiorare le prospettive di controllo della diffusione del virus, il Capodanno cinese che cade il 21 gennaio: è l'appuntamento più importante dell'anno che vede milioni di persone che tradizionalmente si spostano per turismo e altri milioni di lavoratori migranti mettersi in viaggio per riunirsi con le famiglie soprattutto nelle zone rurali, le più a rischio per mancanza di farmaci e strutture. 

Giappone, obbligo di tampone per chi arriva dalla Cina

I viaggiatori provenienti dalla Cina in arrivo in Giappone saranno obbligati a fare un tampone a partire da venerdì, e i positivi dovranno sottoporsi a una quarantena di 7 giorni, in previsione di una accelerazione del flusso di turisti verso Tokyo, e l'ambiguità di Pechino sul numero di contagi. Si tratta di una decisione del premier nipponico Fumio Kishida. Le autorità giapponesi stanno valutando di porre un limite al numero dei voli provenienti dalla Cina. "Ci sono timori sulla situazione reale in Cina, a causa delle discrepanze tra il numero dei contagi rilasciati dal governo e i dati forniti dal settore privato", ha detto Kishida. L'India, da parte sua, aveva già deciso che chi arriva dalla Cina, oltre che da altri Paesi, deve mostrare un test negativo.