Lombardia, boom di malattie professionali: incrementi record a Brescia e Lecco

Le denunce all’Inail sono aumentate del 4,8% in un anno

Franco Bettoni, presidente dell’Associazione nazionale mutilati e Invalidi del lavoro

Franco Bettoni, presidente dell’Associazione nazionale mutilati e Invalidi del lavoro

Milano, 11 ottobre 2018 - Non ci sono solo gli incidenti a segnare, spesso per sempre, le vite di centinaia di lavoratori, anche in Lombardia. L’altro fronte aperto, e con cifre purtroppo costantemente crescenti, è quello delle cosiddette malattie professionali, ovvero patologie strettamente correlate all’attività svolta.

I nomi sono tristemente noti: si va dalle più gravi forme di tumore a problemi ossei, polmonari, articolari o della pelle. In Lombardia, nei primi sette mesi del 2018, le denunce all’Inail sono aumentate del 4,8% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. In alcune province, il fenomeno è particolarmente accentuato: nel Bresciano, per esempio, il balzo in avanti è stato del 37,9%; nel Lecchese del 30,8%; nel territorio di Monza e Brianza del 19,6%. Più contenuto il dato di Milano (+2,2%) e addirittura in controtendenza quello di Bergamo (-2,1%). Ma l’attenzione degli organismi competenti e della stessa Anmil sulla questione è sempre massima perché, come rileva il presidente nazionale Franco Bettoni, «di fronte a noi c’è un elemento inequivocabile: le malattie professionali sono raddoppiate, in generale, nel breve volgere di un decennio. È un fenomeno che registriamo dal 2008 e l’azione preventiva, anche in forma di diagnosi precoce in caso di malattia conclamata, è fondamentale. Non dimentichiamo che molte patologie, come i tumori da amianto, presentano un periodo di incubazione molto lungo».