Livigno sotto la neve, ma sullo sci incombe l’incognita bollette: "Stagione a rischio"

Primi fiocchi in quota sulle Alpi lombarde ma resta l'allarme: "Partiremo, ne va della filiera"

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di Roberto Canali

LIVIGNO (Sondrio)

L’inverno è alle porte in Alta Valtellina dove ieri Livigno si è svegliata con la neve e una temperatura di -1 a 2mila metri di quota. I fiocchi candidi però non sono serviti a dissipare i pensieri neri su quella si annuncia come l’ennesima stagione azzoppata. Dopo due anni di Covid infatti a frenare il turismo sono le bollette alle stelle, micidiali per impianti energivori come quelli di risalita che rischiano di trovarsi alle prese con bollette milionarie. Sulle Dolomiti la spesa giornaliera per lo skipass, in alta stagione, sarà pari a 74 euro, contro i 67 dello scorso anno, con un aumento della tariffa del +10,4%, ma anche nel resto della Lombardia gli amanti della neve faranno bene a risparmiare fin d’ora perché la settimana bianca rischia di costare cara.

Cifre ufficiali non ce ne sono ancora, ma a Bormio gli operatori qualche settimana fa consideravano aumenti fino al 13%, partendo da un giornaliero di 52 euro per gli adulti e 39 per i junior. A Chiesa Valmalenco si ipotizzava un +20%. Il rischio che gli impianti sciistici non riaprano a causa di bollette milionarie incombe sull’economia delle montagne lombarde ma c’è chi è pronto a rimboccarsi le maniche. "Il comparto degli impianti a fune è all’apice della filiera del turismo della montagna. Bisogna valutare anche l’aspetto sociale del nostro lavoro e credo che tutti cercheranno di partire lo stesso con la stagione anche pensando di fare debiti pur di permettere alla filiera di sopravvivere – spiega Massimo Fossati, amministratore delegato di Itb (Imprese turistiche barziesi) che gestisce l’impianto dei Piani di Bobbio, nel Lecchese -. Probabilmente il prezzo degli skipass sarà in linea con il tasso di inflazione e potrebbe aumentare dal 6 al 12%. Le bollette, quelle pesanti, arriveranno con i consumi di novembre e dicembre. Non sappiamo precisamente cosa ci aspetta perché il mercato è fluido. Non riusciamo ancora a capire se ci saranno aumenti insostenibili o sopportabili".

Anche il Piccolo Tibet è pronto a raccogliere la sfida: si parte il 28 ottobre con l’anello tecnico per lo sci di fondo utilizzando la neve conservata in estate. Il 3 dicembre riapriranno i 115 chilometri di piste a quasi 3mila metri di altezza di uno tra gli snowpark più importanti delle Alpi. Prenotazioni iniziate, la speranza è che la voglia di neve sia più forte del timore dei rincari.