Long Covid, la proposta di Pregliasco: negli ospedali reparti per sindrome post virus

Il virologo ipotizza un piano nazionale per curare e studiare i sintomi dell'infezione che resistono a distanza di mesi dal ricovero

Dai reparti Covid che lentamente si stanno svuotando a quelli per la sindrome post Covid, il preoccupante lascito dell'emergenza sanitaria da Coronavirus che come tale va ancora trattata. Col passare dei mesi, non cala il numero di persone che, dopo aver contratto il virus, continuano a manifestare sintomi sulla propria salute. Una vasta gamma di disturbi, da fastidi non gravi a patologie più invalidanti e preoccupanti.  A più di due anni dall'esplosione della pandemia, con gli ospedali italiani che da tempo sono strutturati per farvi fronte, è venuto il momento di alzare l'asticella delle cure. Così la pensa il noto virologo Fabrizio Pregliasco, docente all'università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi, che propone un piano sanitario nazionale ad hoc.  

Long Covid
Long Covid

L'infezione da Sars-CoV-2 ha "strascichi molto rilevanti, effetti che vedremo accumularsi nel tempo" , sottilinea Pregliasco, aggiungendo che "più ospedali italiani dovrebbero attrezzarsi con centri Long Covid". La sua idea è quella di "un progetto nazionale per definire quanti e dove".  Dopo che uno studio cinese, con il follow-up più lungo condotto finora, ha mostrato anche a 2 anni di distanza la permanenza di almeno un sintomo nel 55% degli ex ricoverati per Covid, l'esperto sottolinea come le conseguenze a lungo termine della malattia siano "da comprendere a fondo" e come siano "necessari servizi mirati da rendere disponibili a tutti".

Il virologo Fabrizio Pregliasco
Il virologo Fabrizio Pregliasco

"Sono ormai tantissime - ricorda Pregliasco - le evidenze della rilevanza del Long Covid e della quota percentuale di persone colpite, con intensità e lunghezza varie". E s'è c'è ancora "difficoltà nell'inquadrare questa patologia", ormai è solida "la consapevolezza che il polmone è il principale obiettivo della fase acuta della patologia, ma il coinvolgimento a distanza interessa poi diversi apparati".

Maria Rita Gismondo
Maria Rita Gismondo

Sul tema inteveien anche la microbiologa Maria Rita Gismondo. "Credo che il Covid non ci abbandonerà per moltissimo tempo, anche e soprattutto per i suoi effetti a lungo termine che dobbiamo monitorare". Soprattutto, "dobbiamo cercare di capire se" queste sequele "si possono evitare con strumenti terapeutici". Anche in Italia "stiamo raccogliendo dati e traendo deduzioni su pazienti monitorati dopo la guarigione da  Covid - osserva la direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano - Vediamo che molti hanno disturbi anche dopo mesi", anche "problemi della memoria, disturbi cognitivi, la maggior parte di lieve entità. Ma c'è stato uno studio abbastanza preoccupante - ricorda Gismondo - certo da confermare nel tempo, in cui è stato valutato il volume del cervello nei pazienti che hanno sintomi Long Covid, suggerendo che si riduce".