Lombardia zona arancione. Quando? Il verdetto venerdì 9 aprile

Decisivi i risultati del prossimo monitoraggio dell'Iss. Con il via libera, nuove norme da lunedì 12 aprile. Da domani due regioni e una provincia cambiano colore

Lombardia arancione

Lombardia arancione

Milano - Domani, martedì 6 aprile, con la fine della zona rossa generalizzata per il periodo di Pasqua, due Regioni e una Provincia cambieranno colore, passando dal rosso all'arancione. Sono Veneto, Marche e la Provincia autonoma di Trento, territorio in cui gli indicatori dell'andamendo della pandemia sono migliorati in maniera tale da convincere il ministro della Salute Roberto Speranza a firmare l'ordinanza per la "promozione" in zona arancione, con misure allentate rispetto a quella rossa. E la Lombardia? Per ora resta in zona rossa. Almeno fino all'11 aprile, ha detto il governatore Attilio Fontana. La speranza è che dopo quella data i parametri siano confortanti, tanto da poter ambire a un cambio di colore. Il che significherebbe, oltre all'ammorbidimento di alcune misure, la riapertura dei negozi.

Lombardia zona arancione: quando?

Il monitoraggio dell'Istituto superiore della sanità decisivo per le sorti della Lombardia, quindi, sarà quello di venerdì 9 aprile. Il venerdì, infatti, è il giorno in cui vengono resi noti gli indicatori riguardanti l'andamento della pandemia nelle regioni italiane. Valori sui quali il governo si basa per modificare - in meglio o in peggio - il colore di una regione. Se i dati lo permetteranno, il passaggio in arancione per la Lombardia sarà possibile da lunedì 12 aprile. Molto più lontano il ritorno in zona gialla. Ricordiamo che, mentre il passaggio immediato da zona gialla a rossa è possibile, non lo è il contrario. Inoltre, fino al 30 aprile non ci saranno zone gialle di fatto, come disposto dal decreto del governo di Mario Draghi. 

L'indice Rt e gli altri valori

Al momento, per citare uno dei valori più importanti ai fini di un eventuale cambio di colore, l'Rt regionale è a 0,89. A dirlo è l'ultimo monitoraggio dell'Iss. Un indice che in undici altri regioni è sopra l'1. Come mai, quindi, la Lombardia non è stata presa in considerazione per un passaggio in zona arancione dal rosso attuale? Perché altri indicatori restano preoccupanti. In primis l'incidenza dei casi ogni 100mila abitanti, che è sotto i 250 casi solo in quattro province. C'è poi la questione pressione sugli ospedali. Le Terapie intensive, in particolare, destano ancora preoccupazione. Secondo l'ultimo monitoraggio, quello del 2 aprile, infatti il numero dei ricoverati in terapia intensiva è aumentato di 15 unità rispetto alla settimana scorsa. 

Zona arancione: le regole

In zona arancione gli spostamenti sono concessi all'interno del proprio Comune o in Comuni diversi dai capoluoghi di provincia entro un raggio di 30 chilometri se si vive in centri con meno di 5.000 abitanti. Vietati tutti gli spostamenti, se non giustificati, dalle 22 alle 5 per via del coprifuoco nazionale. Riaprono i negozi che non vendono beni di prima necessità, ma restano ugualmente chiusi bar e ristoranti (solo servizio di asporto e consegna a domicilio).

Province: quali hanno valori compatibili con la zona arancione?

Secondo l'ultimo monitoraggio, nell'ultima settimana, di tutte le province lombarde solo quattro (Bergamo, Lodi, Milano e Pavia) hanno registrato meno di 250 casi ogni 100.000 abitanti. Valori, questi, che potrebbero portare alla zona arancione. C'è bisogno, però, che tutta la regione dia risultati confortanti in questo senso. E in quattro province (Brescia, Como, Cremona e Mantova) il numero di casi ha superato i 300 per 100.000 abitanti. La media regionale è 268.

Controllo del contagio

Su questo punto lancia un allarme il consigliere regionale del Pd Samuele Astuti, che dall'inizio della pandemia sta monitorando l'andamento del contagio in Lombardia sulla base dei dati ufficiali pubblicati dalla Regione.  "La percentuale dei casi positivi sul numero di tamponi efficaci (positivi + negativi) risale fino a quasi il 23% - dice, analizzando i dati dell'ultima settimana - e la percentuale di tamponi positivi per le persone 'nuove' sottoposte al test torna a salire fino a quasi il 36%. I valori attuali sono molto alti: è chiaro che non si riescono ad effettuare tutti i tamponi necessari per un corretto controllo del contagio".

Regioni: la mappa dei colori

Ok, quindi, da domani al cambio di colore per Veneto, Marche e Provincia autonoma di Trento. Questo quanto previsto nella prima ordinanza firmata il 2 aprile scorso dal ministro Speranza. L'esponente del governo Draghi ha dato l'ok anche a un secondo provvedimento che, di fatto, conferma la mappa dei colori per le altre regioni. Resteranno zona rossa, quindi, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana e Valle d'Aosta. Nessuna regione è in zona gialla per effetto del decreto legge dell'1 aprile 2021. Saranno arancioni, quindi, oltre a Veneto, Marche e Provincia autonoma di Trento, Abruzzo, Basilicata, Lazio, Liguria, Molise, Sardegna, Sicilia, Umbria e Provincia autonoma di Bolzano. Eventuali misure più restrittive già adottate sui territori - le cosiddette micro zone rosse - restano in ogni caso in vigore.