Lombardia: lettere, scritte e minacce sui social. La dura vita dei sindaci sotto tiro

In Lombardia 43 atti intimidatori, sale al quarto posto Il 70% è rivolto a chi è stato eletto alla guida dei Comuni

Il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni

Il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni

Milano, 9 luglio 2022 -  "Sindaco a morte" . La scritta rivolta al primo cittadino di Lecco, Mauro Gattinoni, compare sul portone dell’ex palestra Bolis il 26 febbraio 2021, minacciato per la decisione di firmare il progetto di iniziativa popolare sulle norme contro la propaganda e la diffusione di messaggi inneggianti a fascismo e nazismo. È uno dei 20 casi simbolo tra atti minatori e intimidazioni avvenuti sul territorio nazionale e raccolti nel rapporto “Amministratori sotto tiro“ a cura di Avviso Pubblico, l’associazione che raggruppa oltre 500 tra enti locali e regioni impegnati a promuovere la cultura della legalità democratica nella politica, nella pubblica amministrazione e nel territori governati da sindaci, presidenti di province e regioni. Nel 2021 sono stati denunciati 438 casi contro sindaci, assessori, consiglieri comunali e municipali, amministratori regionali, dipendenti della pubblica amministrazione. Nonostante il calo del 6% rispetto al 2020, lo scenario resta allarmante: ogni 20 ore (in media) si registra una minaccia o un’intimidazione, il 20% del totale si verifica in un Comune in passato sciolto per infiltrazione mafiosa.

Cresce l’incidenza del centro-nord, dove si verificano il 45,5% degli eventi denunciati in Italia. Nel 2021 , la situazione in Lombardia è diventata più preoccupante: i 43 casi hanno portato la regione al quarto posto a livello nazionale, scavalcando la Puglia, la prima fuori dal Mezzogiorno che occupa con Campania (72 casi), Sicilia (51) e Calabria (45) il podio. Milano con 17 episodi è l’area dove gli amministratori sono più sotto tiro in Lombardia. Nove i Comuni colpiti: Milano, Bareggio,Buccinasco, Cinisello Balsamo, Cologno Monzese, Corbetta, Inzago, Legnano e Rozzano. Otto le intimidazioni e minacce in provincia di Varese, concentrate in quattro Comuni: Busto Arsizio, Gavirate, Samarate e Saronno. Quattro nell’area di Monza e Brianza: coinvolti i centri di Brugherio e Malnate.

In provincia di Lecco i tre eventi denunciati si sono verificati nel capoluogo e a Dervio. Due a testa nelle province di Lodi (a Lodi e a Massalengo, Pavia (a Robbio e a Tromello), Cremona (entrambi nel capoluogo) e Brescia (a Caino e a Capriolo), uno a Mantova (Pegognaga) così come a Bergamo (nel capoluogo) e a Como (Montorfano).

Dal 2011 Avviso Pubblico ha censito 276 episodi in Lombardia, prima regione nel Centro-Nord. La legge approvata nel 2017 (la numero 105) per tutelare gli amministratori locali da minacce e atti intimidatori non è bastata, stando ai numeri del report 2021. Il 57%, più di un destinatario su due, è un amministratore locale. Il 23% dei casi riguarda il personale della pubblica amministrazione, il 10% amministratori provinciali, regionali e municipali. Il restante 10% si divide tra candidati (9%) ed ex amministratori. Tra gli amministratori, nel 70% dei casi a finire sotto tiro è il sindaco, il più esposto a rischi. Seguono i consiglieri (14%), gli assessori (12%), i vicesindaci (3%) e i presidenti del Consiglio o di commissioni (1%).

Non cambia il bersaglio, ma il mezzo o il metodo. Nell’ultimo anno è cresciuto l’utilizzo dei social network come “armi“ per intimidire e minacciare: nel 2016 solo il 3% dei casi si commetteva tramite internet, nel 2021 il 22%. Una percentuale che al centro-nord arriva al 26,6%, superata solo dalle lettere e dai messaggi minatori. Nel 14% degli episodi sono le scritte a intimidire gli amministratori, mentre le aggressioni rappresentano il 10,5% del totale e le telefonate il 7%.