"Tempi certi e investimenti forti per cambiare la sanità lombarda"

La ricetta di Moratti e Fontana per la controriforma del modello Maroni. Da realizzare entro tre anni

l governatore Attilio Fontana e l’assessore al Welfare Letizia Moratti

l governatore Attilio Fontana e l’assessore al Welfare Letizia Moratti

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Milano, 23 luglio 2021 - "Tempi certi e investimenti importanti", chiarisce la vicepresidente della Regione Letizia Moratti presentando la controriforma della riforma Maroni della sanità lombarda, che proseguirà il cammino in commissione e poi in consiglio al Pirellone sulla base della proposta di legge licenziata ieri dalla Giunta di Palazzo Lombardia. Un testo che non stravolge la legge del 2015, ma ne mette nel mirino l’incompiuta: la medicina territoriale, piede d’argilla storico dell’“eccellenza“ lombarda, da ridisegnare nel giro di tre anni. Il governatore Attilio Fontana dice che è possibile solo "ora che il Governo ha invertito la tendenza dei tagli che dal 2102 hanno impoverito la sanità". Moratti conferma i capisaldi: "Libertà di scelta, rapporto pubblico-privato", il mantra maroniano "dal curare al prendersi cura" lo rideclina in "cura della persona in un percorso senza vuoti". Con in più l’approccio "One Health" (salute umana, degli animali e dell’ambiente) suggerito dal Pnrr nazionale, Piano nazionale di ripresa e resilienza, che serve a spendere il Recovery Fund. 

L’architettura del sistema sanitario non è rivoluzionata, ma si completa quasi del tutto il trasferimento del compito di erogare prestazioni dalle Ats alle Asst, e il cambiamento potente è il passaggio dei dipartimenti di Cure primarie (oltre che di quelli di Prevenzione e Salute mentale, come voleva il Ministero della salute) nelle Aziende socio-sanitarie territoriali, chiamate a sviluppare non solo sulla carta il proprio polo territoriale da un concentrato d’investimenti: dal Pnrr si stima arriveranno in Lombardia 567 milioni di euro per la rete territoriale, 166 per la telemedicina, 451 per l’assistenza domiciliare. Poi ci sono altri 1,35 miliardi di fondi per l’edilizia sanitaria da dividere con gli ospedali (che vedranno rinascere le Aziende ospedaliere, prima a Milano), e 85 milioni della Regione per un Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive. Più la spesa per il personale (17.833.325 di euro nel 2022, 28.686.750 nel 2023, 29.720.320 nel 2024) delle nuove strutture territoriali previste dal Pnrr: 216 Case della comunità (con medici di base, pediatri, infermieri di famiglia, poliambulatori), 64 Ospedali di comunità (da 20 - 40 posti letto a bassa intensità) e cento Cot (Centrali operative territoriali per gestire i pazienti tra ricovero e domicilio), una per ciascuno dei Distretti che saranno creati (ogni 100mila abitanti, ogni 20mila in zone montane) all’interno delle Asst. 

Col 30% del personale di nuova assunzione (soprattutto infermieri), Case, Ospedali di comunità e i Distretti saranno "i punti di riferimento della nuova sanità territoriale", dice Fontana. Il cronoprogramma scandisce: 86 Case e 26 Ospedali nel 2022, 65 e 19 nel 2023, 65 e 19 anche nel 2024. Le Cot vanno create entro sei mesi dall’istituzione dei Distretti, da ripristinare (insieme ai Dipartimenti di cure primarie e di Prevenzione) entro 90 giorni dall’approvazione della legge all’interno delle Asst: la prima operazione sarà dunque portare i medici di base, che fino a nuova normativa nazionale restano liberi professionisti contrattualizzati dal servizio sanitario regionale (i contratti con loro li firmeranno insieme le Asst e le Ats "a garanzia dell’omogeneità territoriale), nei Distretti, che devono diventare "l’interfaccia" con i pazienti, soprattutto cronici.