Per approfondire:
Trovate questo articolo all'interno della newsletter "Buongiorno Milano". Ogni giorno alle ore 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e molto altro. www.ilgiorno.it/
Milano - I contagi crescono in Lombardia. E in questi giorni i dati dei nuovi casi di Covid registrati dalla Regione stanno superando quelli dello stesso periodo del 2020. Ma in confronto a dodici mesi fa i malati gravi, i pazienti curati in Terapia intensiva, come i decessi, sono incomparabilmente più bassi. Sta in questo apparente paradosso l’effetto dei vaccini ai quali ha avuto accesso con un ciclo completo di due dosi l’86% dei lombardi per i quali era raccomandato. I numeri del 9 dicembre del 2020 raccontano un territorio ancora in difficoltà: con 1.665 nuovi casi di Covid in ventiquattr’ore si calcolavano 767 pazienti in terapia intensiva e 128 decessi. L’andamento dei nuovi positivi era altalenante, con picchi di oltre 4mila casi e minimi di 1.500 nel giro di nove giorni. Dodici mesi dopo le cifre sono decisamente più alte: salvo il 7 dicembre scorso (effetto del festivo) che si fermava a 1.005 unità, si è sempre sopra quota 2mila infezioni al giorno. Addirittura 3.373 il 9 dicembre.
Il doppio circa di quelle registrate dodici mesi fa. Segno che la circolazione del virus non si arresta, anche per le varianti nel frattempo diventate dominanti. Ma numero di ricoverati in Rianimazione non è però paragonabile. Il 9 dicembre di un anno fa erano 767, nello stesso giorno del 2021 136. In crescita, lenta ma costante, negli ultimi 10 giorni. Come la dinamica dei decessi, che oscilla fra gli 8 e i 15 al giorno nei primi giorni di dicembre 2021 e si attestava su livelli anche oltre dieci volte più alti nello stesso arco di tempo del 2020. A spiegare il paradosso l’unica differenza sostanziale: 17.415.168 iniezioni di vaccino scattate a partire dal nuovo anno, di cui 38.871 nelle ultime 24 ore. È quindi il siero ad avere rotto quel collegamento diretto fra numero dei pazienti contagiati e numero di ricoveri in terapia intensiva e decessi che ha imposto chiusure pesanti.
Un fatto significativo che consente alla Lombardia di affrontare un numero di contagi che, se riportati alla situazione di dodici mesi fa, si sarebbero tradotti in restrizioni severe. Almeno quanto quelle del Natale dell’anno passato. La campagna di vaccinazione intanto prosegue con le terze dosi. Fra le province il record spetta a Varese, dove poco meno del 20% degli iscritti alle liste ha già ricevuto il richiamo. L’area dove le operazioni sono - relativamente - più in ritardo è quella di Valtellina e Valchiavenna. In provincia di Sondrio, infatti, ha ricevuto la terza dose il 14,07% degli aventi diritto. Il dato più basso. Variegato anche il panorama nei singoli comuni. Record di vaccinazioni con le terze dosi per la piccola Viggiù, micro zona-rossa dove emerse fra le prime la variante attualmente dominante e che fu interamente vaccinata con una campagna specifica della Regione. Oggi qui si è arrivati al 34% di richiami su una popolazione di 5.066 residenti. Percentuale quasi identica anche a Villa Biscossi, nel Pavese. Mentre un altro centro del Pavese, Calvignano, figura secondo nella classifica, appaiato alla Cremonese Sospiro con il 31% di terze dosi.
© Riproduzione riservata