Lombardia, svolta arancione: lezioni alle medie e negozi aperti

Mediazione fra il Pirellone e il ministro Speranza. Spostamenti senza autocertificazione, ma solo nel proprio Comune

Negozi aperti senza limitazioni, a parte i centri commerciali nel fine settimana

Negozi aperti senza limitazioni, a parte i centri commerciali nel fine settimanaSeconde e terze medie potranno abbandonare la didattica a distanza e tornare in aula.

Milano, 28 novembre 2020 - Da domani la Lombardia diventerà zona arancione. L’ordinanza che stabilisce l’ingresso della regione in un livello di rischio inferiore rispetto a quello in cui era inserita finora sarà pubblicata oggi in Gazzetta Ufficiale ed entrerà in vigore nelle 24 ore successive: domenica, come detto.

Il passaggio da zona rossa a zona arancione comporta tre allentamenti su tutti. Il primo: gli studenti di seconda e terza media potranno tornare a fare lezione in aula, quelli delle superiori e delle università invece no. Secondo: gli esercizi commerciali potranno stare aperti senza più distinzione tra quelli che vendono generi alimentari o beni di prima necessità e quelli che vendono altro. Attenzione, però: i centri commerciali nel weekend continueranno ad essere chiusi, eccezion fatta per le corsie di alimentari e generi di prima necessità. Terzo allentamento: all’interno del Comune di residenza o domicilio ci si potrà spostare senza l’autocertificazione.

Per il resto continueranno ad essere in vigore tutte le misure stabilite a livello nazioanle dal decreto che scadrà il 3 dicembre, misure che sono quindi indipendenti dalle ordinanze valide regione per regione. Tradotto: resta in vigore il coprifuoco alle 22, la capienza dimezzata sui mezzi pubblici, l’obbligo per bar e ristoranti di fare solo asporto o servizio a domicilio nonché il divieto di raggiungere Comuni diversi da quello di residenza o domicilio se non per "comprovate esigenze" di salute, lavoro o necessità. A firmare l’ordinanza sarà il ministro della Salute, Roberto Speranza. Solo giovedì pomeriggio lo stesso ministro aveva fatto sapere al governatore lombardo, Attilio Fontana, che la Lombardia sarebbe rimasta zona rossa fino a giovedì 3 dicembre. Una scelta all’insegna della prudenza: nelle settimane a ridosso del Natale tutto il Paese, non solo la Lombardia, dovrebbe diventare zona gialla, con ovvie conseguenze su shopping, spostamenti e rischio di affollamenti sui mezzi pubblici e altrove.

Da qui l’orientamento del Governo di tenere strette le maglie ancora per un weekend, quello che inizia oggi. Un orientamento che ha però provocato la protesta del presidente della Regione, convinto che il Governo dovesse prendere atto del miglioramento dei dati e dei parametri epidemiologici della Lombardia, applicare l’automatismo previsto dagli stessi provvedimenti governativi e far scattare la zona arancione già da oggi. La presa di posizione di Fontana ha indotto il ministro a riaprire il confronto con una telefonata già nelle serata di giovedì alla quale sono seguiti contatti fino al primo pomeriggio di ieri, quando ha iniziato a circolare la soluzione di compromesso che sarebbe poi stata annunciata da Fontana alle 18: zona arancione da domenica. E sembra un compromesso nel senso più pieno del termine: il weekend che la Regione voleva completamente aperto e il Governo completamento chiuso starà aperto o chiuso, a seconda dei punti di vista, solo per metà.

Soddisfatto Fontana: "Il comportamento serio tenuto dai lombardi in queste settimane ha consentito di poter ottenere che la Lombardia entrasse nella zona arancione. È una notizia molto positiva ma – avverte il governatore – dobbiamo fare ancora passi avanti. In una situazione in cui il virus c’è ed è ancora pericoloso, dobbiamo ribadire ed insistere perché quei comportamenti attenti e rispettosi delle regole devono essere ancora mantenuti. Bisogna far capire ai cittadini che non è iniziata la stagione del liberi tutti". Di tono diverso la dichiarazione di Fabio Pizzul, capogruppo del Pd in Consiglio regionale: "Sulla zona arancione Fontana e la Lega, Salvini in testa, hanno messo in scena una pantomima che ci potevano risparmiare. Il Governo decide come classificare una regione in base a indicatori ed è il metodo più corretto, per la salute di tutti. Peraltro Fontana non ha mai pensato di utilizzare il potere che aveva di allentare le restrizioni in alcuni territori. Ora è importante che non si mandino i messaggi sbagliati perché l’emergenza non è finita"

Il riferimento a Matteo Salvini è presto spiegato: in mattinata il leader della Lega aveva invitato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, a rivolgersi al segretario del Pd, Nicola Zingaretti, per ottenere quella chiarezza sul confronto tra Governo e Regione invocata dallo stesso sindaco in un videomessaggio diffuso qualche ora prima sui social. "Si faccia chiarezza su come le decisioni vengono prese, questa situazione da trattative telefoniche non aiuta nessuno": queste le parole di Sala. "I dati sanitari in Lombardia sono chiari da giorni – ha replicato Salvini –: il sindaco chiami il suo segretario del Pd e i suoi amici ministri del Pd".