Covid, Bassetti: "Boom varianti? Subito zona rossa a Milano"

L'infettivologo genovese commenta l'allarme lanciato dal professor Massimo Galli del Sacco, che ha parlato di un ospedale pieno di contagiati. Dubbi sull'ipotesi di un lockdown totale

Il professor Matteo Bassetti

Il professor Matteo Bassetti.

Milano, 17 febbraio 2021 - Lombardia colpita dalle varianti Covid e torna l'incubo lockdown per tutta la regione, con già quattro Comuni che da oggi rientrano in 'fascia rossa', ovvero una zona con le restrizioni più rigide. Sono Bollate, nel Milanese, la città dove nei giorni scorsi è stato trovato in una scuola il primo focolaio lombardo di variante inglese del Sars-Cov-2, Castrezzato nel Bresciano, quindi Viggiù, nel Varesotto, al confine con la Svizzera, e infine Mede nel Pavese. 

Preoccupa la città capoluogo.  "Se c'è un reparto a Milano pieno di varianti del Covid, c'è bisogno di una zona rossa immediatamente a Milano", ha detto l'infettivologo genovese Matteo Bassetti a 'L'aria che tirà su La7 commentando l'allarme lanciato dal professor Massimo Galli del Sacco di Milano. "Ho sentito dire che c'è un reparto a Milano pieno di varianti del covid, quel reparto deve chiedere alla Regione Lombardia di fare immediatamente una zona non rossa, bordò, deve far chiudere le scuole e usare mascherine FFP2 -ha sottolineato l'esperto-. Faccio parte della task force della Regione Liguria, se succedesse qui, andrei dal presidente della Regione Giovanni Toti e gli chiederei di limitare la circolazione del virus". E ha aggiunto: "La sua realtà è diversa dalla mia e da quella di altri, non si può prendere una misura unica, nazionale, per tutti. Perfino il colore di una regione è sbagliatoo, le misure vanno prese a livello locale. Se i numeri di Galli sono reali, la Regione Lombardia deve oggi stesso chiedere la zona rossa".

Bassetti è infinie tornato sull'ipotesi di un lockdown nazionale: "Non capisco questa accelerazione degli ultimi giorni. Abbiamo fatto uno studio nazionale che ci ha permesso di scoprire quante varianti ci sono, ma è probabile che esistessero già mesi fa. La domanda è: possiamo permetterci il lockdown nazionale di un mese? E la risposta deve essere della politica. Io, da tecnico, dico che prima di arrivare alla chiusura totale ci sono soluzioni intermedie che consentono da una parte, di preservare l`aspetto sociale ed economico, dall`altra di organizzare la situazione dal punto di vista sanitario. Dobbiamo convivere con il virus, attuando il sistema dello stop and go: quando le cose non vannobene, chiusura con un lockdown locale, poi la riapertura. Sarà anche la soluzione che forse non risolve completamente la situazione, ma dobbiamo convivere con il virus".

Ospedale Sacco: "Nessuna emeregnza varianti"

Intanto, oggi, l'ospedale Sacco di Milano ridimensiona l'allarme ricoveri nel reparto di Malattie Infettive, dati alla mano. E' una nota dello stesso presidio l'Asst Fatebenefratelli Sacco che precisa come le affermazioni "riguardanti 'reparti pieni di varianti' al momento attuale non rappresentano la reale situazione epidemiologica all’interno del Presidio".  In particolare, sottolinea la nota: "nel periodo dal 23 dicembre 2020 al 4 febbraio 2021, sono stati ricoverati 314 pazienti positivi a Covid. I dati raccolti hanno rilevato la presenza di 6 pazienti positivi alla variante inglese su un totale di 50 casi che, in ragione delle loro caratteristiche, sono stati sottoposti a sequenziamento. Attualmente le percentuali di varianti identificate (verificate secondo le indicazioni del Ministero della Salute e dall’Iss o su controlli a campione) sono in linea con la media nazionale ed inferiori alla media regionale". Ma non è tutto. Fino ad oggi, secondo quanto si apprende, presso il laboratorio dell'Asst Fatebenefratelli Sacco è stata identificata esclusivamente la variante inglese, mentre nessun sequenziamento ha evidenziato la variante brasiliana o sudafricana.