Liste d’attesa addio, in Lombardia gli esami li prenota l’ospedale

A ottobre via alla sperimentazione in alcune strutture della regione. Riservata a chi ha subìto un’operazione chirurgica oncologica

Esami medici in ospedale

Esami medici in ospedale

Milano -  Si chiama "presa in carico totale" ed è cosa tutt’altro che scontata "non solo in Lombardia", osserva l’ingegner Francesco Bortolan, che guida la neonata task force anti liste d’attesa voluta dalla vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Letizia Moratti. La novità debutta tra settembre e ottobre in 13 tra ospedali, Asst e Ats, e riguarderà "diverse migliaia" di pazienti dimessi dopo un intervento di chirurgia oncologica. Sono interventi che prevedono un follow-up , in media di 5 anni: al momento delle dimissioni viene programmato il primo controllo, in genere a sei mesi, ma oggi il paziente deve andare dal suo medico di base per le prescrizioni e poi prenotare visite ed eventuali esami via Cup. E se non si precipita spesso non trova posto nei tempi giusti, "non per colpa sua, ma del sistema - chiarisce Bortolan -. La vicepresidente Moratti si è impegnata moltissimo perché questo problema fosse risolto". I 13 pionieri sono le Asst Valcamonica (già partita), di Lodi, Cremona, Melegnano, Nord Milano, Ovest Milanese (a Legnano), il San Matteo di Pavia, il Civile di Brescia, a Milano l’Istituto dei tumori e il Besta (con pazienti pediatrici non oncologici), la privata San Carlo di Paderno Dugnano, mentre in Brianza e nella Bergamasca le Ats introdurranno l’innovazione in tutte le loro Asst.

Entro ottobre , alle dimissioni dopo l’intervento oncologico (o all’esito dell’istologico) queste strutture prenoteranno direttamente per il paziente la visita di controllo e gli altri esami necessari. "Hanno autonomia sulle modalità, ma il principio è che una persona non vada a casa senza date e orari del controllo. Con un sms che le ricordi sotto data, e fissando poi allo stesso modo, a ogni visita, l’appuntamento successivo, per tutto il percorso di follow-up - spiega l’ingegnere -. Così, il paziente sarà accompagnato e liberato dall’incombenza di girare in cerca di prestazioni, l’ospedale potrà organizzare queste prestazioni entro i tempi, e l’informazione finirà nel fascicolo sanitario elettronico dove potrà essere vista dal medico di base".

L’idea è di estendere , in seguito, questo "sistema di presa in carico totale" a tutte le aziende sanitarie pubbliche, si legge nella delibera che ha istituito la task force. Non solo per la chirurgia oncologica (70 mila interventi all’anno in Lombardia, per due terzi effettuati da strutture pubbliche), dalla quale la Regione è partita anche con il taglio dei Drg erogati in ritardo: nei primi due mesi, le “multe“ sono state pari a circa il 2% della produzione, che vale circa 450 mila euro per i privati convenzionati, "ma sono dimezzate rispetto alle simulazioni perché gli ospedali si sono riorganizzati". E i tempi, che erano già in miglioramento dal 65% di operati “in orario” del 2020-21, a maggio sono arrivati all’80%: "Diecimila persone in più non hanno dovuto aspettare".