L’iniezione in studio, poi il coma Perizia sulla morte di Maria Teresa

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Predisporre l’accesso a una vena per intervenire in caso di emergenza prima di operare avrebbe potuto salvare la vita a Maria Teresa Avallone (foto)? È il quesito a cui dovranno rispondere i tre consulenti del Tribunale di Monza per fare luce sulle cause della morte della 39enne spirata dopo tre giorni di coma per un arresto cardiaco durante la preparazione con anestesia locale a un trattamento di sollevamento dei glutei. Imputato di omicidio colposo Maurizio Cananzi, che opera in uno studio a Seregno. È lì che si era recata il 5 marzo 2019 l’impiegata del San Raffaele di Milano e residente a Desio. Non era la prima volta che si sottoponeva a piccoli ritocchi, anche in anestesia locale. Dopo la somministrazione, l’arresto cardiaco. II chirurgo, solo con la paziente, ha iniziato il massaggio cardiaco e ha chiesto l’intervento del 118. Ma la donna è morta in ospedale. S.T.