'Radici', un viaggio alla scoperta dell'amore e della cucina attraverso luoghi e ricette

Un romanzo che è al tempo stesso un ricettario vegetariano, scritto da Chiara Canzian e Sandro Cisolla. La storia di Camilla, una ragazza alla ricerca di se stessa

Sandro Cisolla e Chiara Canzian

Sandro Cisolla e Chiara Canzian

Milano, 25 marzo 2019 - Ogni libro è un viaggio. Un viaggio per chi legge, certo, ma prima ancora per chi scrive. "Radici. Una storia d'amore, di viaggi e di cucina" è il doppio, il triplo, il quadruplo. Il libro di Chiara Canzian e Sandro Cisolla, edito da Mondadori Electa, parte con un romanzo per diventare ricettario vegetariano. Storia e piatti sono due elementi strettamente connessi. Ma non c'è solo questo. Si attraversano luoghi, si incontrano persone, si sentono profumi e sapori di cucine lontane. E poi si sogna, o meglio, si impara a lottare per i proprio sogni, a crederci fino in fondo e a realizzarli. Tutto questo succede pagina dopo pagina, seguendo la storia di Camilla, la protagonista. Dal Veneto al Sud-est asiatico, una giovane ragazza va alla ricerca di se stessa in un percorso che la porterà a scoprire la sua vocazione: la cucina. Un percorso che inizia dopo la laurea, quando i genitori hanno già pianificato il futuro della figlia. Ma lei di quell'esame di Stato per diventare notaio proprio non ne vuole sapere. E quando la obbligano a mangiare carne, mentre lei è diventata vegetariana e loro fanno finta di non ricordarselo, sta male. Camilla soffre e riflette in silenzio, finché un giorno, inaspettatamente, una serie di coincidenze fanno venire a galla tutto quello che le ballava dentro da un pezzo. E così, decide di partire per l'Asia, lasciando la casa in cui ha capito che sta solo sopravvivendo. Lei, invece, vuole vivere e ritrovare le sue vere radici.

 

'Radici', il libro di Chiara Canzian e Sandro Cisolla
'Radici', il libro di Chiara Canzian e Sandro Cisolla

Chiara: "Dopo il libro che avevo scritto insieme a mio padre (Red Canzian, ndr) "Sano Vegano Italiano" e che somiglia più a un ricettario, avevo il desiderio di mettermi al lavoro con qualcosa di diverso che però rispecchiasse sempre la mia passione per la cucina".

Sandro: "Amo molto scrivere. Ma fino a ora lo avevo fatto solo con i testi delle canzoni per il mio gruppo musicale, gli 'Airway'. Quando è arrivata la proposta di Chiara, ho pensato che avrei potuto provare a spingermi oltre".

 

Un romanzo e alcune ricette abbinate alla storia

Chiara: "Sandro si è occupato della storia e degli aforismi all'inizio di ogni capitolo, mentre io delle ricette. Però, lo abbiamo fatto confontandoci continuamente. L'itinerario che Camilla sceglie di percorrere lo abbiamo studiato insieme. Io poi cercavo le ricette più adatte a quei luoghi e Sandro le inseriva al momento giusto nel romanzo".

Sandro: "Ogni capitolo che scrivevo lo facevo leggere a Chiara e lei faceva lo stesso con le sue creazioni in cucina. Non me ne sono persa una e devo ammettere che sono uscite tutte al primo colpo. E' stata bravissima, perché non sono proprio tutti ingredienti e sapori della cucina tradizionale italiana".

 

Nella vita siete una coppia, com'è stato lavorare insieme?

Sandro: "Positivo. Abbiamo creduto subito a questo progetto e siamo sempre stati sulla stessa lunghezza d'onda. Oltretutto, ci conosciamo bene, ci stimiamo e ci fidiamo l'uno dell'altra. Perciò in ogni cosa avevamo la consapevolezza che il parere dell'altro fosse totalmente sincero. Potevamo dirci tutto perché era chiaro che fosse solo un modo per migliorare."

 

Sandro, è stato difficile scrivere un romanzo con protagonista una donna?

Sandro: "Camilla è un personaggio particolare, ha tante sfacciettature e questo mi ha aiutato molto. Inizialmente mi sono ispirato a Chiara. Poi, man mano che scrivevo, senza quasi rendermene conto, Camilla ha iniziato ad avere molto aspetti miei. E infine, a vivere di vita propria".

 

Il sud-est asiatico, ci siete stati prima di raccontarlo?

Sandro: "In realtà ci siamo stati dopo, anche se in passato io avevo visitato qulche località in quella zona. Prima di chiudere il libro abbiamo pensato fosse corretto visitare quei luoghi per capire se ne avevamo parlato in modo corretto e coerente".

 

E cosa avete scoperto?

Sandro: "Che eravamo stati bravi. Non abbiamo dovuto cambiare nulla. Anzi, sono successe cose al limite del magico"

 

Ad esempio?

Sandro: "La prima tappa di Camilla è Ventiane, capitale del Laos, dove incontra un'anziana signora che le mostra una lavagnetta con un paio di piatti scritti in vietnamita e in inglese. Bene, l'abbiamo trovata anche noi".

Chiara: "La signora era identica a quella descritta nel romanzo: gentile, disponibile e con un dolcissimo sorriso a cinque denti. Mi ha spiegato le sue ricette e mi sono sentita soddisfatta nel sentire confermati alcuni passaggi che avevo adottato io cucinando".

 

Un incontro emozionante.

Sandro: "Sì e non è l'unico aneddoto che potremmo raccontare. E' come se la nostra fantasia e la nostra creatività avessero creato il viaggio. E quel viaggio c'era davvero. Lo stavamo vivendo, anzi rivivendo, e toccando con mano".

 

Luoghi e persone. Il cibo?

Sandro: "In Asia abbiamo provato quasi tutti i piatti che sono nel ricettario. Qualcosa non l'abbiamo trovato e qualcos'altro è frutto della creatività di Chiara".

Chiara: "Sì, spesso certi piatti erano solo in versione carne e li assaggiava Sandro, poiché io sono vegetariana. Ma per il resto ho voluto provare tutto e ho ritrovato gli stessi sapori di quello che avevo preparato a casa".

 

Il piatto che preferite in questo nuovo ricettario?

Chiara: "Il Pad Thai, ovvero spaghetti di riso con arachidi, verdure e cipollotto. Ma anche la Tarte Tatin".

Sandro: "Seppure non sia un amante dei dolci, direi anche io la Tarte Tatin. Ottimi anche gli involtini vietnamiti: non fritti e avvolti in carta di riso".

 

Sandro Cisolla e Chiara Canzian
Sandro Cisolla e Chiara Canzian

Chiara: "Certo, perché cucino io. A parte gli scherzi, Sandro mangia vegetariano senza problemi. Poi, quando è fuori, si rifa con la carne".

 

Sandro cucina?

Sandro: "Sono un campione di primi e di sughi, soprattutto speziati. Chiara mi incoraggia a preparare altri piatti, ma preferisco restare nella comfort zone della cucina".

 

Chiara nasce artisticamente come musicista. La passione della cucina?

Chiara: "In realtà la passione per la musica e per la cucina sono nate insieme. Da bambina cantavo, guardando mio padre, ma trascorrevo anche pomeriggi a cucinare biscotti e torte con mia madre".

 

Dalle torte in casa a quelle per i vicini e per il quartiere.

Chiara: "A 18 anni mi sono trasferita da sola a Milano. Mi son innamorata subito della città e stavo davvero bene. Però, ho pensato fosse importante anche mantenere lo stesso stile di vita culinario che avevo in Veneto. Un po' per la sopravvivenza, ma soprattutto per sentirmi in forma. E così, ho iniziato a cucinare. Per me, per gli amici e alla fine per qualche ristorante".

 

Così, la passione diventa un lavoro

Chiara: "L'influenza positiva di Sanremo (Chiara partecipa nel 2009 e incide due dischi come solista, ndr) ormai stava sfumando e io iniziavo a fare i conti con la vita di giovane musicista in Italia. Preparare torte mi piaceva e sono arrivata convincermi che forse le mie capacità potevano essere in qualche modo riconosciute e potevo guadagnarci qualcosa".

 

Nello stesso periodo la svolta vegetariana.

Chiara: "Ho smesso di mangiare carne per motivi di salute e poi, per motivi etici, anche il pesce. Proprio in questo periodo mi sono resa conto che a Milano scarseggiavano proposte vegetariane. Mi sono così proposta in un hamburger6ia per gestire la parte vegetariana e vegana. Mi assunsero. Qui ho sviluppato velocità, creatività e gusto, tanto che poi a Verona ho aperto il mio primo ristorante Buns Gourmet Burgers, lasciato in gestione dopo due anni per tornare a Treviso, la mia città natale".

 

Ma non solo hamburger.

Chiara: "Poco prima di tornare in Veneto, ho avuto l'immensa fortuna di essere accolta nella brigata del "Joia" dello chef Piero Leeman. E' stato illuminante. Ho avuto la possibilità di sviluppare un'attrazione molto forte anche per l'alta cucina veg. Ho capito che ha bisogno di tempo, ricerca e attenzione. Questa esperienza è stata la spinta di cui avevo bisogno".

 

Ora, quindi, una vita dedicata al food.

Chiara: "Sì e grazie al mio blog "Radici" riesco a cucinare tanto, ma senza trascorrere tutta la mia giornata dentro una cucina, come capitava quando lavoravo nei ristoranti. Partecipo a serate nelle quali mi metto ai fornelli, a eventi o a show cooking, ma ho anche tempo di fare altro".

 

Come scrivere un libro, il secondo, che ha poi lo stesso nome del blog "Radici".

Chiara: "Sì, il nome calzava a pennello. Camilla intraprende un viaggio per ritrovare le sue radici. E poi, è anche un gioco di parole in dialetto veneto: radici significa radicchio. Insomma, sempre in tema veg".

 

Radici delle quali, forse, siamo alla ricerca?

Sandro: "Per questo crediamo sia un libro adatto a tutti. Se ci pensiamo bene, chi non è arrivato a un certo punto della sua vita, soprattutto nell'adolescenza, nel quale aveva voglia di levare le tende ed evadere dalla quotidianità? Camilla è il simbolo di un'intera generazione che ha bisogno di trovare la vera essenza della vita. Camilla ha il coraggio di andare a cercarla lasciandosi alle spalle tante certezze che però evidentemente non la rendono felice. Camilla non smette mai di credere nei suoi sogni. Ed è lo stesso che dovrebbero fare tutti".