Crolla l’impero di Lady Dentiera. Fallimento, a rischio 600 lavoratori

Un buco da circa 18 milioni di euro e 600 lavoratori a rischio di restare senza impiego sono il frutto del fallimento deciso dal Tribunale di Bergamo

Maria Paola Canegrati

Maria Paola Canegrati

Bergamo, 3 novembre 2017 - Quel che resta dell’impero della zarina delle dentiere ha fatto crac. Un buco da circa 18 milioni di euro e 600 lavoratori a rischio di restare senza impiego sono il frutto del fallimento deciso dal Tribunale di Bergamo della Implanta Lab srl, ex Elledent, con sede ad Almenno San Salvatore, una holding ora controllata da un fondo francese, ma fondata e gestita fino al 2015 da Maria Paola Canegrati, l’imprenditrice monzese arrestata per corruzione insieme all’ex presidente della commissione sanità della Regione Lombardia, Fabio Rizzi, per gli appalti in odore di tangenti negli ospedali lombardi. Il fallimento interessa la Implanta, ma la società controlla tutta la galassia che fu di lady dentiera, a partire dalla Servicedent.

Nella sentenza parla di un passivo accertato di quasi 18 milioni di euro al 30 aprile, come ha verificato una consulenza tecnica disposta d’ufficio. «La società – scrivono i giudici nella motivazione – non ha negato l’esistenza di un’elevata esposizione debitoria, ma ha attribuito la causa della crisi alle note vicende penali che hanno coinvolto nel 2016 il socio di maggioranza (Maria Paola Canegrati, ndr). La società ha contestato di versare in stato di insolvenza, bensì di crisi reversibile e superabile attraverso le previsione della nuova gestione» specificando «la netta cesura con l’amministrazione precedente» e la sua sostituzione con «un primario fondo d’investimentoeuropeo come socio di controllo per sostenere l’attività sociale e che ha effettuato importanti aumenti di capitale dal febbraio 2016 al fine di salvaguardare il proprio investimento, i posti di lavoro e l’avviamento del gruppo». Inoltre la società ha assicurato di avere «elaborato un piano industriale pluriennale 2017/2022 che consente la continuità aziendale». Ma per i giudici non basta, perché le controllate hanno perso la gran parte degli appalti e non producono più utili.