La “disfida” del riso "Distribuzione più equa"

Greppi (Coldiretti Pavia): nel 2022 penalizzati rispetto al Piemonte, ora si cambi

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di Stefano Zanette

La preoccupazione è forte, ma le soluzioni ci sarebbero. Per scongiurare una seconda annata consecutiva di crisi idrica, gli agricoltori possono ancora sperare nelle nevicate di fine inverno e nella pioggia primaverile, ma non solo. "Fare previsioni adesso su quello che accadrà la prossima estate - precisa il presidente di Coldiretti Pavia, Stefano Greppi - è difficile se non impossibile. Per quello che però riguarda le precipitazioni, al momento, si sta ripetendo la stessa identica situazione dello scorso anno e, ad oggi, potremmo ritrovarci con la medesima crisi idrica. Per le soluzioni infrastrutturali, penso in particolare al nostro ‘piano invasi’ che come Coldiretti abbiamo proposto in collaborazione con Anbi, ci stiamo sempre lavorando, ma da un anno con l’altro non c’è abbastanza tempo. Ci sono però misure che potrebbero essere migliorate e per quelle ci sarebbero ancora i margini di tempo. Soprattutto per i criteri di distribuzione dell’acqua da parte dei consorzi irrigui".

Il presidente pavese di Coldiretti, che è risicoltore lomellino, snocciola i dati di quel che è successo la scorsa annata: "Lo scorso anno il Consorzio Ovest Sesia, per la parte Vercellese, ha avuto a disposizione, pur essendo più piccolo dell’Est Sesia, 10 litri e mezzo di acqua ad ettaro. In Lomellina la distribuzione è stata di 1,8 litri ad ettaro. Così in provincia di Pavia abbiamo perso il 40% del raccolto. Sono dati dimostrati dalle dichiarazioni di produzione all’Ente Risi: la differenza tra la Lomellina e il Piemonte - sottolinea - è di 2627 quintali a ettaro nella resa di produzione del riso".

La “guerra dell’acqua” tra Lombardia e Piemonte rischia così di riprendere ben prima dell’inizio della stagione e prima di ritrovarsi in una seconda annata di emergenza siccità. "Con tre litri di acqua a ettaro - aggiunge ancora Greppi - si fa tranquillamente la stagione irrigua. In Lomellina l’acqua può arrivare solo in due modi, dal lago Maggiore tramite il canale Regina Elena o dal canale Cavour. Se, come lo scorso anno, nel lago Maggiore di acqua non ce n’è, dall’altra parte serve una ripartizione più equa del canale Cavour. Si tratta di decreti a livello governativo, di rapporti tra Regioni: in caso di situazione normale non ce ne sarebbe bisogno, ma in caso di crisi idrica si devono rivedere questi criteri di distribuzione per tempo".

Anche perché l’alternativa di rinunciare a coltivare il riso non sembra dare prospettive migliori. "Ci sarà comunque una diminuzione della superficie coltivata a riso - dice ancora il presidente di Coldiretti Pavia -, almeno di 10mila ettari in meno. Tanti agricoltori sono passati infatti alla coltivazione di cereali autunno-vernini, ma sono di primo raccolto. E il secondo raccolto è il mais, che ha comunque bisogno di acqua. Ma rinunciando a coltivare il riso si rischia di perdere, dal punto di vista ambientale e faunistico, di biodiversità, tutto quello che si è costruito negli ultimi decenni".