L'Istat certifica il crollo del Pil giù all'8,9%

Negativi anche gli altri indicatori, a partire dal debito pubblico a quota 2.569.258 milioni

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Roma - Crolla il Pil in Italia che nel 2020 è sceso dell'8,9%, effetto diretto della pandemia e dei ripetuti lockdown. Lo comunica l'Istat che nel suo rapporto evidenzia anche che il debito pubblico italiano ha raggiunto nel 2020 quota 2.569.258 milioni ed è pari al 155,6% del Pil, mentre l'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche, misurato in rapporto al Pil nel 2020, è stato pari a -9,5%, a fronte del -1,6% nel 2019.  Nel 2020 la pressione fiscale complessiva è risultata pari al 43,1%, in aumento rispetto all'anno precedente (42,4%). Prezzi in crescita tendenziale per il secondo mese consecutivo: a febbraio, secondo le stime preliminari, l'indice nazionale dei prezzi al consumo registra un aumento dello 0,1% su base mensile e dello 0,6% su base annua. L'Istat certifica i pessimi segnali giunti dal mondo produttivo con a dicembre aveva registrato un fatturato in calo dell'11,5% nel 2020, il peggior risultato per l'industria italiana dal 2009. Intanto la pressione fiscale ha raggiunto quota 43,1%.

Le uscite

Le uscite in conto capitale sono salite del 44,6%  dovuto alle misure di sostegno introdotte per contrastare gli effetti della crisi su famiglie e imprese. Tra queste le spese previste a copertura delle garanzie statali a favore delle Pmi (oltre 12 miliardi) e i contributi a fondo perduto a supporto dell'attività di impresa (oltre 9 miliardi), per effetto delle misure previste dai decreti emanati nel corso del 2020. 

​Crollo della domanda interna 

Nel 2020 il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 1.651.595 milioni di euro correnti, con una caduta del 7,8% rispetto all'anno precedente. In volume il pil è diminuito dell'8,9%. Dal lato della domanda interna nel 2020 si registra, in termini di volume, un calo del 9,1% degli investimenti fissi lordi e del 7,8% dei consumi finali nazionali. Per quel che riguarda i flussi con l'estero, le esportazioni di beni e servizi sono scese del 13,8% e le importazioni del 12,6%. La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito negativamente alla dinamica del pil per 7,8 punti percentuali. L'apporto della domanda estera netta è stato negativo per 0,8 punti e quello della variazione delle scorte per 0,3 punti.