Variante Delta, effetto Europei: più contagiati tra i maschi fino ai 39 anni

La buona notizia: vaccini efficaci per evitare l'ospedalizzazione (95%), i ricoveri in terapia intensiva (97,2%), il decesso (96,4%), l'infezione (88%)

L'effetto dei vaccini su ospedalizzazioni e decessi in base alle fasce d'età

L'effetto dei vaccini su ospedalizzazioni e decessi in base alle fasce d'età

Milano, 31 luglio 2021 - Ormai il trend dei contagi in Italia - dopo il decremento iniziato a marzo - è ormai chiaramente in risalita. Lo certifica anche il report dell'Iss - Istituto superiore di sanità, aggiornato al 28 luglio: se nella settimana dal 12 al 18 luglio l'incidenza nazionale era di 31 casi ogni 100mila abitanti, in quella successiva (19-25 luglio) è diventata di 50 ogni centomila abitanti, con regioni dove il dato è anche peggiore. In Emilia Romagna è 65,89 per cento, nel Lazio 69,96, Sardegna 89,54, Sicilia 81,66, Toscana 75,13, Umbria 62,89 e Veneto 81,24. 

Ma c'è' una buona notizia e riguarda l'effetto della vaccinazione di massa, che al 29 luglio, in Italia, vedeva "il 90,6% degli ultraottantenni in Italia che ha completato il ciclo vaccinale previsto con diciannove Regioni e province che hanno raggiunto una copertura vaccinale superiore all'80% in questo gruppo di età. Nelle fasce di età 70-79 anni e 60-69 anni la copertura vaccinale completa si attesta rispettivamente con due dosi è intorno al 84,3% e 74,7%". Dunque l'efficacia complessiva della vaccinazione con doppia dose nel prevenire "l'ospedalizzazione è al 95%, i ricoveri in terapia intensiva è al 97,2%, il decesso è al 96,4%, l'infezione è all'88%". Lo evidenziano le stime di "efficacia vaccinale nel periodo dal 4 aprile (approssimativamente la data in cui la vaccinazione è stata estesa alla popolazione generale) al 25 luglio (per fascia di età)" dell'ultimo aggiornamento del report "Epidemia Covid-19" dell'Istituto superiore di sanità (Iss).

Ecco i principali rilievi del report.

I nuovi casi di contagi: effetto Europei

Durante il periodo 12-25 luglio 2021 sono stati diagnosticati e segnalati 48.498 nuovi casi, di cui 40 deceduti (esclusi quelli deceduti in quel periodi ma con una diagnosi antecedente al 12 luglio). Il 40% dei casi segnalati al sistema di sorveglianza nelle ultime due settimane ha una età compresa tra 10 e 29 anni, mentre solo il 9% di casi di Covid è stato registrato in persone con un’età superiore a 60 anni (età mediana 26 anni, range da zero a 105 anni). Nell’ultima settimana si è registrato in particolare un aumento dell’incidenza nelle fasce di età 10-19 e 20-29 (131 e 124 casi per 100.000 abitanti, rispettivamente). 

Inoltre, da fine giugno si è osservato un aumento dell’incidenza settimanale sia per i maschi che per le femmine nelle quattro fasce di età considerate. A partire da fine giugno l’incidenza nei maschi di età compresa fra i 10 ed i 39 anni, risulta essere sempre maggiore rispetto a quella osservata nelle femmine. Verosimilmente tale andamento può essere dovuto a cambiamenti comportamentali transitori, come le feste e gli assembramenti per gli Europei di calcio. 

Impatto delle vaccinazioni per prevenire il decorso grave

La campagna vaccinale in Italia è iniziata il 27 dicembre 2020. Al 29 luglio 2021, sono state somministrate 67.011.954 delle 71.274.600 dosi di vaccino finora consegnate (35.610.156 prime dosi e 31.401.798 seconde o uniche dosi). Al 29 luglio, in Italia, il 90,6% degli ultraottantenni in Italia ha completato il ciclo vaccinale previsto, con diciannove regioni che hanno raggiunto una copertura vaccinale superiore all’80% in questo gruppo di età.

Nelle fasce di età 70-79 anni e 60-69 anni la copertura vaccinale completa si attesta rispettivamente con due dosi è intorno al 84,3% e 74,7%. La maggior parte dei casi segnalati in Italia sono stati identificati negli ultimi 30 giorni in soggetti non vaccinati. 

Negli ultimi 30 giorni, si rileva come il 33% delle diagnosi, il 46% delle ospedalizzazioni, il 71% dei ricoveri in terapia intensiva e il 69% dei decessi siano avvenuti tra coloro che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino. Peraltro, in merito al fatto che il 67 per cento delle nuove infezioni sia tra i vaccinati o parzialmente vaccinati si spiega con il cosiddetto effetto paradosso: nel momento in cui le vaccinazioni nella popolazione raggiungono alti livelli di copertura, il numero assoluto di infezioni, ospedalizzazioni e decessi può essere simile tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati, per via della progressiva diminuzione nei volumi di questi ultimi.

Per esempio, nella fascia di età 80+, dove la copertura vaccinale è alta, si osserva che il numero di ospedalizzazioni fra vaccinati con ciclo completo e non vaccinati è simile. Dall’altra parte, se si considera invece il tasso di ospedalizzazione negli ultimi 30 giorni, si riscontra come questo per i non vaccinati sia circa nove volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo (27 contro 3 ricoveri per 100.000 abitanti).

Un altro effetto della campagna vaccinale è la diminuzione nell’età mediana dei casi di Covid, dato che le categorie prioritarie per il vaccino sono state le fasce di età più avanzate. L’età mediana dei casi al primo ricovero è leggermente aumentata nell’ultima settimana (49 anni), così come l’età dei casi all’ingresso in terapia intensiva (63 anni) e al decesso (80 anni),

L'origine dei casi

Sul totale di 48.498 casi registrati tra il 12 e il 25 luglio, il 3 per cento (1.438 casi) vengono dall'estero, mentre l'1 per cento (509 casi) vengono da Regioni diverse da quelle che li hanno notificati.