Israele, quattordici persone contagiate dopo la terza dose di vaccino

Due sarebbero ricoverati in ospedale, intanto riaprono le scuole ortodosse

Vaccinazioni in Israele (Ansa)

Vaccinazioni in Israele (Ansa)

La notizia pubblicata dai media israeliani in Italia sta rinfocolando, semmai ce ne fosse stato bisogno, le proteste dei no vax e rimbalzando sui social media con il solido corredo di "botte e risposte". Da uno degli ultimi report del ministero della Salute in Israele  ci sarebbero 14 persone infettate dal Coronavirus una settimana dopo aver ricevuto la terza dose di vaccino. Undici dei contagiati hanno più di 60 anni, due dei quali sono  ricoverati in ospedale, mentre gli altri tre hanno ricevuto la terza dose perché immunodepressi. Così ha riferito un canale televisivo. Resta altresì da capire quando sia avvenuto esattamente il contagio

Lo stato ebraico è stato il primo a introdurre settimana scorsa il terzo richiamo con un rinforzo della campagna vaccinale che procede, ancora una volta per quanto riguarda Tel Aviv, a ritmi forsennati.  Un terzo della popolazione avrebbe infatti già ricevuto la terza dose. Per questo motivo Israele, che ha chiuso con largo anticipo rispetto al resto del mondo anche la prima fase della campagna vaccinale (con prima e seconda iniezione), rappresenta una sorta di "laboratorio" per l'efficacia dei vaccini e del green pass. Dunque preoccupa l'aumento dei casi da variante Delta nelle ultime settimane con più della meta di vaccinati tra i contagiati. In aumento anche i casi di ricovero in ospedale per forme gravi. 

Malgrado ciò, oggi hanno riaperto senza restrizioni le scuole ortodosse, che contano circa 250mila bambin  "Queste scuole hanno aperto senza aule più piccole o mezzi rapidi per affrontare eventuali focolai di coronavirus", scrive Haaretz, che sottolinea come "lo stesso è accaduto quando le scuole ultra-ordotosse hanno aperto l'anno scorso, con un'ondata di nuovi casi in tutto il paese. L'apertura del resto delle scuole del paese il primo settembre ha ulteriormente spinto i casi, obbligando il governo a chiudere le scuole e imporre un nuovo lockdown".

Nel frattempo Israele ha stabilito che a partire dal 16 agosto dovranno fare una quarantena tutti i visitatori che arrivano nel paese tranne coloro che arrivano da Australia, Austria, Cina, Repubblica ceca, Hong Kong, Ungheria, Moldova, Nuova Zelanda, Singapore e Taiwan, che dovranno rimanere in isolamento solo per 24 ore in attesa di un test negativo al coronavirus.  Agli israeliani è invece vietato recarsi in Bulgaria, Brasile, Georgia, Messico, Spagna e Turchia.