Stop isolamento positivi al Covid? Le ipotesi: cosa può cambiare e quando

Per il sottosegretario Costa convivere con il virus significa anche convivere con i positivi: "Dobbiamo concentrarci più sui sintomatici". Cosa potrebbe succedere (curva permettendo)

Milano - "Non dobbiamo confondere la prudenza con la paura". L'andamento del Covid-19 va "monitorato ma senza trasmettere messaggi di troppa preoccupazione o allarmismo" perché "la situazione al momento è sotto controllo". Questa la posizione del sottosegretario alla Salute Andrea Costa. Secondo Costa,  intervenendo su SkyTg24, "se l'obiettivo è convivere con il virus allora dobbiamo imparare a convivere con i positivi. Penso che dobbiamo concentrarci più sui sintomatici che non sui positivi. Continuare a cercare i positivi non è la strategia giusta", ha aggiunto sottolineando che i numeri negli ospedali "sono ampiamente al di sotto" delle soglie

"Se l'obiettivo è convivere con il virus allora dobbiamo imparare a convivere con i positivi"

"Abbiamo sempre detto - ha aggiunto il sottosegretario - che uscire dallo stato di emergenza non significava uscire da pandemia. Il virus circola ancora" e l'aumento dei contagi (che si sta registrando negli ultimi giorni) - "credo sia normale se consideriamo che, nel nostro Paese, ormai da giorni, non esistono più restrizioni e quindi ci sono maggiori occasioni di incontri e momenti sociali, quindi le condizioni che favoriscono un aumento dei contagi". Il sottosegretario ha voluto poi chiarire la sua posizione sulla fine dell'isolamento per i positivi: "Se l'obiettivo è arrivare a convivenza con il virus, questo significa anche avere tanti positivi che circolano. Mi riferisco ai positivi asintomatici e vaccinati. Dovremo valutare quale sarà il momento più opportuno, dobbiamo arrivarci gradualmente".

"Dobbiamo concentrarci più sui sintomatici, che richiedono ancora prudenza"

"D'altra parte - ha osservato Costa - quando qualcuno prende l'influenza e ha sintomi leggeri non sempre sta a casa". Per il sottosegretario, dunque, "convivere con il virus significa convivere con i positivi" considerando anche che "quotidianamente circa 2,3 milioni di cittadini sono in isolamento, ma penso che altrettanti circolino inconsapevolmente senza sapere di essere positivi. Non credo che la strategia giusta sia quella di continuare a ricercare i positivi. Io credo che dobbiamo concentrarci più sui sintomatici, che richiedono ancora prudenza e magari ancora isolamento". 

"Troppi contagi, non è il momento per farlo"

Alla luce dell'incremento di casi che si sta vivendo nelle ultime settimane (anche sulla spinta di Omicron 4 e 5) c'è chi invita alla massima cautela: "Con un rialzo dei contagi come quello attuale non si può dare lo stop alla quarantena degli asintomatici. Dal decorso della malattia, più in là, si potrebbe pensare, con l'obbligo di mascherina, di toglierla, ma ne parleremo quando ci saranno meno contagi" ha detto Massimo Ciccozzi, epidemiologo del Campus biomedico di Roma. Per l'epidemilogo l'attuale rapporto positivi-tamponi "è alto, 20%, erano mesi che non si vedeva un rapporto così alto. Questo significa che il virus circola ancora molto. Non è ben tracciato, quindi è molto sottostimato. L'estate sarà normale, io consiglio di mettere la mascherina nei mezzi di trasporto e dove c'è assembramento". 

"Rischiamo di creare un doppio binario"

Per Matteo Bassetti "l'isolamento di positivi ha avuto un senso quando c'era una popolazione altamente sensibile al virus, non vaccinata né contagiata come nel 2020 e 2021. Ma oggi tra vaccinati, guariti e protetti abbiamo raggiunto il 100% della popolazione". Mantenendo la regola "rischiamo di creare un doppio binario: chi fa un tampone da solo a casa e non comunica il risultato e chi lo fa in ospedale ed è tenuto a fare l'isolamento. Così è peggio. Sarebbe meglio se equipariamo tutto" ha detto il direttore della Clinica Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova. "Le regole - ha concluso - vanno fatte per la convivenza e la qualità assistenziale e di gestione della malattia. Non c'è nulla di male a spiegare che chi ha sintomi è bene che stia a casa, a prescindere dal Covid. Altrimenti se non ne ha, si mette la mascherina e esce".