Covid e viaggi, l'Islanda introduce il certificato vaccinale

Un documento da scaricare online che permette di saltare screening e quarantene

Controlli anti-Covid in un aeroporto

Controlli anti-Covid in un aeroporto

25 gennaio 2021 - L'Islanda è il primo paese dell'area Schengen a introdurre il certificato vaccinale per il Covid19. Dal 21 gennaio i cittadini islandesi che hanno ricevuto entrambe le dosi del vaccino contro il Covid-19 possono ottenere un documento che dia loro un'eventuale esenzione dalle quarantene durante i viaggi. Ma c'è di più: le autorità sanitarie del Paese stanno lavorando per rendere la procedura tutta digitale: il certificato si potrà scaricare da un sito. L'obiettivo è di facilitare gli spostamenti delle persone tra Paesi. "Presentando il certificato vaccinale al confine saranno esentate dalle misure di controllo anti-Covid valide in quel Paese", ha fatto sapere il ministero della Salute islandese in una nota. Circa 4.500 persone hanno già ricevuto la seconda iniezione.  L'Islanda ha anche deciso di riconoscere tutti i "certificati vacinali anti-Covid" che saranno presto emessi dai Paesi dell'Unione Europea e dai tre dell'Efta Islanda, Liechtenstein e Norvegia. I viaggiatori che potranno dimostrare di essere stati vaccinati nei loro Paesi di provenienza (quelli, appunto Eea/Efta), saranno esentati da ulteriori controlli. 

Il tema è bollente, da settimane, da mesi ci si interroga su come gestire il ritorno alla normalità, con un graduale incremento dei viaggi, alla luce delle campagne vaccinali in corso nel mondo. Un crescente numero di Stati dell'Ue e dell'area Schengen hanno annunciato di voler prevedere una certificazione, per poter piano piano eliminare le restrizioni ai viaggi. La Danimarca ha annunciato, all''inizio di gennaio, l'intenzione di introdurre questo lasciapassare per i propri cittadini, utile per poter entrare in quei paesi che prevederanno come obbligatoio il vaccino. Prima ancora, a dicembre, le autorità di Cipro avevano fatto sapere che entro marzo avrebbero permesso lìingresso a chiunque potesse dimostare di aver ricevuto il siero.

Ma in Europa di ragiona anche su un "passaporto" comune. A metà gennaio il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis ha sollecitato la Commissione a introdurre una sorta di certificato europeo, con una lettera indirizzata a Ursula von der Leyen. Proposta condivisa da Spagna, Danimarca, Ungheria, Polonia, Belgio e Italia, è stata invece osteggiata da Francia e Germania. Contraria anche l'Oms, perché "l'impatto dei vaccini sulla trasmissione del virus non è ancora noto".