Irene Pivetti evasione fiscale, confermato il sequestro di 3,5 milioni di euro

Al centro degli accertamenti, fra l'altro, la compravendita di tre Ferrari Gran Turismo. Ad aprile, in sede di indagini preliminari, il pm aveva chiesto il rinvio a giudizio per l'ex presidente della Camera

Irene Pivetti (ImagoE)

Irene Pivetti (ImagoE)

Guai per l'ex presidente della Camera Irene Pivetti. È stato confermato oggi, martedì 20 settembre, dalla Corte di Cassazione il sequestro di quasi 3,5 milioni di euro a carico dell'ex esponente della Lega, accusata di evasione fiscale e autoriciclaggio in un'indagine del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finale di Milano, coordinata dal pm milanese Giovanni Tarzia. Al centro degli accertamenti c'è una serie di operazioni commerciali, in particolare la compravendita di tre Ferrari Gran Turismo, che sarebbero servite per riciclare proventi frutto di evasione fiscale. La seconda sezione penale della Suprema Corte ha rigettato il ricorso della difesa.

Nel maggio dell'anno scorso la vicenda è approdata in tribunale a Milano alla richiesta di rinvio a giudizio. Il pm Giovanni Tarzia ha chiesto di mandare a processo Pivetti e altre cinque persone, tutte accusate di evasione fiscale. La richiesta di processo riguarda, oltre l'ex terza carica dello Stato, il pilota di rally Leonardo Isolani, la moglie Manuela Mascoli, la figlia di lei Giorgia Giovannelli, il notaio Francesco Maria Trapani e l'imprenditore Candido Giuseppe Mancaniello.  A Irene Pivetti viene contestato, insieme agli altri indagati, di avere aiutato a evadere imposte per oltre 5 milioni di euro, pari al debito fiscale che aveva Isolani.

L'ex presidente della Camera sarebbe stata consapevole "delle difficoltà finanziarie di Isolani" e l'avrebbe aiutato "a sottrarre i beni", come le tre Ferrari, dalle procedure di riscossione dell'erario. E avrebbe usato "mezzi fraudolenti idonei ad ostacolare l'accertamento e indurre in errore l'amministrazione finanziaria". La stessa Pivetti avrebbe evaso tasse per circa 3,5 milioni, poi rimpiegati in attività imprenditoriali e finanziarie che le costano l'accusa di autoriciclaggio. Si attende intanto l'udienza in Cassazione (non ancora fissata) per il ricorso presentato dal legale di Pivetti contro il sequestro disposto dalla procura. Pivetti, diventata imprenditrice dopo l'addio alla politica e un'esperienza come conduttrice tv, ha sempre negato ogni addebito. "In oltre 7 ore di interrogatorio la mia assistita Pivetti ha spiegato e ricostruito correttamente i fatti che le contestano, ovviamente dopo una vicenda del genere ci si aspettava la richiesta della procura che discuteremo finalmente davanti al gup", aveva commentato all'epoca della richiesa di rinvio a giudizio l'avvocato Filippo Cocco