Influenza, anomalo picco di casi. Quali sono i sintomi e le differenze col Covid

In aumento gli italiani finiti a letto per la "classica" influenza: sono cinque milioni. A trainare la ripresa dei contagi sono i bambini con meno di 5 anni

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Milano - Questi ultimi giorni di marzo sembrano caratterizzati da una doppia "esplosione" di infezioni: da un lato l'influenza "tradizionale", che sta galoppando. Dall'altro, il Covid, che pure ha rialzato la testa. Ecco i numeri dell'infuenza: sono stati 282mila i casi registrati la scorsa settimana, e la risalita della curva continua. L'incidenza è pari a 4,76 casi per mille abitanti. È ai massimi dall'inizio della stagione anche il numero di campioni positivi per virus influenzali, che supera il 30%. Ma come distinguere le due malattie (al netto della possibilità, ovviamente, di fare un tampone per togliere ogni dubbio)?

I numeri dell'influenza

Il rapporto del sistema di sorveglianza InfluNet dell'Istituto Superiore di Sanità fotografa una stagione influenzale anomala: dopo un calo consistente dei casi iniziato nella terza settimana dell'anno, dall'inizio di marzo si è osservata una ripresa dei nuovi casi di sindromi simil-influenzali che, al momento, non sembra arrestarsi. Fino a oggi sono complessivamente 5 milioni gli italiani messi a letto dall'influenza.

La ripresa dei contagi, come avvenuto dall'inizio della stagione, è trainata dai bambini con meno di 5 anni: in questa fascia di età nella settimana dal 14 al 20 marzo è stato registrato un'incidenza di 14,82 casi per mille (la scorsa settimana era pari a 11,82). L'incidenza è però in crescita anche nelle altre fasce di età: 6,94 casi per mille nella classe 5-14 anni (rispetto ai 5,06 della settimana precedente); 4,45 nella fascia 15-64 (rispetto a 3,62); 1,77 negli over-65 (rispetto a 1,55).

I numeri del Covid

"La crescita dei contagi da Covid non si ferma: anche la settimana dal 20 al 26 marzo si chiude con un +5,6%, ed è il terzo aumento settimanale consecutivo. La nota positiva è dovuta al fatto che si registra un rallentamento nella crescita: passiamo da un +29,3% (dal 6 al 12 marzo), al +43,3% (dal 13 al 19 marzo), all'ultimo +5,6%. La nota negativa è dovuta, invece, a un rialzo, per la prima volta dopo sei settimane di discesa, della curva dei decessi: +10,8%. Anche se lo avevamo messo in conto, il dato ci preoccupa".  Così Cesare Damiano nel Report dell'Osservatorio Covid-19 del Centro Studi di Lavoro&Welfare e dello Studio Labores. "Ci auguriamo di trovarci di fronte a un picco, ma non possiamo esimerci dal considerare troppo affrettato l'allentamento delle misure di prevenzione e di cautela voluto dal Governo. Soprattutto perché questo segnale disincentiva le vaccinazioni sia di chi non ha ricevuto neanche una dose, sia di chi deve completare il ciclo vaccinale", aggiunge.

Le differenze dei sintomi 

Come abbiamo imparato in questi ultimi due anni, i sintomi dell'influenza e del Covid spesso e volentieri si sovrappongono, essendo entrambe malattie respiratorie. Per quanto riguarda l'influenza, i sintomi tipici sono la febbre, forte stanchezza, inappetenza, tosse secca e stizzosa, brividi, mal di gola, naso congestionato e starnuti.

Per quanto riguarda invece i sintomi del Covid, specie la sotto variante Omicron 2, sono più frequenti i sintomi legati allall'intestino (nausea, diarrea, vomito, dolore addominale, bruciore di stomaco e gonfiore), mentre restano quelli classici: raffreddore, congestione nasale, forti dolori muscolari e stanchezza.