Lavorare ci fa sempre più male: in Lombardia infortuni cresciuti di oltre il 70%

Il dossier Cisl su gennaio 2022 rispetto al 2021. Si passa da 7mila a 12mila. "Ripresa boom e pochi controlli"

Emergenza incidenti sul lavoro

Emergenza incidenti sul lavoro

Milano - La ripresa produttiva porta con sé anche l’aumento di incidenti sul lavoro: in Lombardia, a gennaio 2022, se ne sono registrati 12.794, il 74,7% in più dello stesso mese del 2021. Non solo. Rispetto al gennaio 2019 pre-pandemia, l’aumento è pari al 40%. È quanto emerge dalle elaborazioni condotte dal dipartimento Salute sicurezza della Cisl Lombardia, sulla base degli ultimi dati Inail. L’incremento del 2022 rispetto al 2021 riguarda soprattutto le denunce di infortuni in occasione di lavoro (+ 5.291) rispetto a quelle di infortuni in itinere (+185), ovvero gli incidenti stradali avvenuti durante i trasferimenti casa-lavoro o per servizio. E cambia anche la natura del problema, che se per ciò che concerne i casi fatali coinvolge in modo preponderante l’edilizia, si espande stando ai dati complessivi degli incidenti a diversi campi. Per la prima volta, tutti i macro-settori registrano un aumento: anche il terziario che, nei due anni della pandemia aveva registrato un forte calo, non solo vede un incremento su gennaio 2021, ma anche sul gennaio 2019, con 3.229 casi registrati nel 2022. Inoltre, aumentano le denunce di infortunio per le lavoratrici: da 3.374 del gennaio 2021 salgono a 6.909 nel 2022.

Le denunce con esito mortale sono state 7, contro le 5 di gennaio 2021; ben 4 riguardano Milano e la vasta area metropolitana. Calano invece le denunce di malattie professionali: da 185 del gennaio 2021 passano a 165. La quasi totalità (165) riguardano la gestione di industria e servizi. Secondo Pierluigi Rancati, segretario regionale Cisl Lombardia, sono diversi i fattori che spiegano l’incremento così severo registrato a inizio 2022. "Un aspetto – spiega – è la ripresa dell’attività produttiva, soprattutto in edilizia, dove anche per effetto del superbonus, manca il personale, per cui la committenza va a ricercare imprese in subappalto, dove non sempre ci sono lavoratori formati adeguatamente o che sono in edilizia in modo improvvisato". Un problema che non esaurisce l’allarme, perché è l’argine al pericolo a venire progressivamente a mancare, ovvero i controlli in azienda. "Non che non ci sia la volontà di farli – continua Rancati – ma si riduce la dotazione organica dei servizi preposti alle verifiche sul campo. Per i soli servizi di prevenzione e sicurezza, 10 anni fa in Lombardia avevamo 993 operatori, mentre nel 2020 ce ne erano 589, il 40% in meno".