Immunità innata: cos'è e in cosa è diversa dall'immunità acquisita

Domande e risposte (semplici) sulla doppia barriera dell'organismo all'attacco di virus e batteri

Come funziona l'immunità

Come funziona l'immunità

Milano - Secondo uno studio quasi tutto milanese, pubblicato su Nature Immunology, nella lotta del corpo all'attacco del virus Sars-Cov2 gioca un ruolo fondamentale l'immunità innata, che in generale è quella protezione che si ha a prescindere da un precedente incontro con un particolare antigene. Più nel dettaglio, nel lavoro firmato da Matteo Stravalaci, ricercatore di Humanitas, e Isabel Pagani, ricercatrice dell`Irccs Ospedale San Raffaele e da altri scienziati è emerso che una delle molecole dell'immunità innata, chiamata Mannose Binding Lectin (MBL), si lega alla proteina Spike del virus e lo blocca. Le implicazioni di questa scoperta sono importantissime: sembra infatti che variazioni genetiche di Mbl siano associate a gravità di malattia da Covid-19.

Ma cos'è e come funziona l'immunità innata? E in cosa è diversa da quella acquisita? 

Cos'è l'immunità innata?

L’immunità innata (o anche aspecifica) è una immunità di tipo non specifico presente sin dalla nascita, quando il sistema immunitario non si è ancora sviluppato e non è, quindi, in grado di dare risposte specifiche e selettive agli agenti patogeni. Detta anche immunità naturale, ereditaria o costitutiva, rappresenta la prima linea difensiva nei soggetti non immunizzati. Questa prima linea difensiva dell’organismo è il sistema di difesa più antico ed è comune a tutti gli organismi pluricellulari.

Fanno parte del sistema immunitario innato i linfociti NK (Natural killer), i mastociti, gli eosinofili, i basofili, i macrofagi, i neutrofili e le cellule dendritiche: queste cellule hanno, tra loro, meccanismi di funzionamento molto diversi, ma sono tutte in grado di eliminare e o di identificare gli agenti patogeni. L'immunità innata quindi si attiva quando l'organismo viene in contatto con un virus o un batterio, prima ancora che possa svilupparsi una risposta più speficica. 

(fonte: Enciclopedia Humanitas.it)

Come funziona?

Semplificando, l'immunità naturale è un mix di barriere: anatomiche (come la cute, le mucose), barriere fisiologiche (come la temperatura, il pH), meccanismi di endocitosi/fagocitosi (in generale la capacità delle cellule di captare il materiale extracellulare che le circonda), barriere infiammatorie (si attivano in seguito ai segnali chimici emessi dalle cellule attaccate dal microrganismo patogeno e rappresentano una delle prime difese che l’organismo attiva davanti all’azione di un agente nocivo).

I "pro" di questo meccanismo di difesa sono la rapidità della risposta alla presenza di un patogeno sconosciuto. Non c'è bisogno di un primo "incontro" con il virus o il batterio e ha un ampio raggio di azione. Però non si può espandere in maniera esponenziale, non è dotata di memoria e può essere sopraffatta da un'alta carica batterica. 

Cos'è l'immunità acquisita 

L’immunità acquisita, o adattativa o specifica, è l’insieme delle risposte specifiche che il sistema immunitario attiva in presenza di patogeni. L’immunità specifica possiede due caratteristiche fondamentali: la specificità e la memoria; è in grado cioè di riconoscere un dato agente estraneo ma non altri e di ricordare i patogeni o i vaccini con cui entra in contatto. Può essere acquisita in modo naturale e attivo (quando, cioè, il sistema immunitario conserva il ricordo di malattie già avute, detta immunità acquisita naturale attiva), in modo naturale ma passivo (dovuta, ad esempio, ad anticorpi preformati di origine materna, detta anche immunità acquisita naturale passiva o immunità del neonato), in modo artificiale (mediante la somministrazione di vaccini e sieri, detta anche immunità acquisita artificiale).

(fonte: Enciclopedia Humanitas.it)

Come funziona? 

In presenza di un microrganismo patogeno l’immunità specifica si basa sull’attivazione mirata dei linfociti B e T, cellule specializzate in funzioni immunitarie, ed è caratterizzata dall’importante specificità dei recettori coinvolti (gli anticorpi nel caso dei linfociti B e il cosiddetto recettore delle cellule T, ovvero il T-cell receptor, nel caso dei linfociti T).

Le strategie attraverso cui opera l’immunità specifica sono due e collaborano strettamente tra loro: l’immunità umorale (ovvero per via ematica) e l’immunità cellulo-mediata. Nel primo caso a intervenire sono i linfociti B, che si attivano per produrre anticorpi con i quali debellare gli agenti infettivi. Nel secondo caso ad agire sono i linfociti T che si attivano per secernere alcune molecole infiammatorie, le citochine, e rivelando le loro proprietà citotossiche. 

I "pro" di questa immunità sono la risposta intensa all'attacco e una protezione migliore in caso di secondo incontro con il virus o il batterio. Per contro, la risposta è più lenta rispetto all'immunità naturale e non si attiva finché non entra in contatto con un certo antigene. 

Le implicazioni nella lotta al Covid

Come detto, nella lotta al Covid sembra avere un ruolo fondamentale la molecola Mbl. "Nella nostra valutazione di potenziali farmaci anti-Sars-CoV-2 - evidenzia Elisa Vicenzi, dell'Irccs ospedale San Raffaele, che ha partecipato alla ricerca - Mbl dimostra un'importante attività antivirale che potrebbe essere un'arma in più contro le varianti in circolazione, inclusa Omicron".  Al momento non ci sono dati sull'interazione tra questo meccanismo protettivo della prima linea di difesa e la risposta immunitaria indotta dai vaccini. "Ad oggi sappiamo che questo meccanismo di resistenza innata 'vede' anche Omicron e quindi probabilmente contribuisce al fatto che, per quanto questa variante sia riconosciuta in forma minore dagli anticorpi, la prima linea di difesa regge. Ciò non toglie quanto invece già sappiamo grazie ai dati: i vaccini danno una protezione significativa e fondamentale e restano la nostra cintura di sicurezza", conclude Mantovani.