Il faggio barcollante che ispirò Segantini

EUPILIO (Como)

Sulle pendici del monte Cornizzolo è ridotto a uno scheletro che non ha più la forza di germogliare il “piantone di Segantini”, lo storico faggio di oltre 300 anni di età reso immortale da un dipinto del celebre pittore. Purtroppo il “piantone” non è scampato a una tempesta con venti a 114 chilometri l’ora che la notte del 23 settembre del 2015 l’ha divelto facendolo crollare su un fianco. Quando gli escursionisti il giorno dopo lo hanno trovato con le radici al vento si è messa in moto una raccolta fondi, anche attraverso i social, per cercare di salvarlo. Grazie al crowfunding e a una delicata operazione di messa a dimora il faggio secolare è stato rimesso in piedi nei mesi successivi, ma qualcosa non è andato per il verso giusto perché l’albero non si è più ripreso. Da allora infatti non è più germogliato e anche i rami, che erano stati in parte tagliati quando era a terra, non sono più ricresciuti.

Ridotto l’ombra di se stesso il “piantone” oggi sembra uno scheletro che a mala pena si regge in piedi. Gli escursionisti che ogni fine settimana si avventurano sui sentieri del Parco del Segrino sperano ancora nel miracolo, ma anno dopo anno il faggio sembra sempre più barcollante. Gli eccessi del clima non lo aiutano, se il vento l’ha buttata a terra l’estate torrida dell’anno scorso e la siccità prolungata fino a poche settimane fa lo hanno sfinito.

Ro.Can.