Iginio Massari sulla vetta più dolce del mondo: premiato come miglior pasticciere

Il sgereto di quest'arte? Studio e tradizione

Iginio Massari

Iginio Massari

Milano, 25 maggio 2019 -  La prima impressione può tradire: la sua ondeggiante chioma color sale su un viso sorridente ingraziosito dagli occhi chiari farebbe pensare ad un uomo che si prende la pausa naturale dei 76 anni. Invece no. Sempre in pista, perché da lombardo illuminato e saggio, Iginio Massari sa che l’arte è un dono: non va sprecato e non lo mandi nemmeno in pensione. E così, ieri, a godersi l’ultimo e il più prestigioso dei riconoscimenti, quello che la comunità internazionale dell’arte bianca gli ha voluto regalare al congresso World Pastry Stars 2019 andato in scena a Milano: miglior pasticciere del mondo, ennesimo cameo per questo «maestro dei maestri» che a 16 anni aveva lavorato in panetteria, che più tardi aveva affinato tecnica e impasti in Svizzera e aveva poi costruito il suo mito nell’amata Brescia, trasformando la pasticceria boutique in via Salvo d’Acquisto in una tappa cult del popolo gourmet. Lo scorso anno, l’ennesima vetrina: l’apertura di una pasticceria Massari in un grande istituto bancario nel cuore di Milano. E adesso l’applauso del mondo: meilleur pâtissier du monde! 

Pare un ossimoro: un grande che riesce ad essere piccolo. E perfino a dispetto della sua età “importante”, lievitata bene, privilegio di un uomo capace di distillare la vanità per farne un simpatico «peccato veniale», come lo sono le golosità che escono ogni giorno dalla sua bottega di Brescia, mignon, torte da credenza e dolci delle feste. Del resto, lui, Iginio Massari, non ha mai smesso di ripeterlo nel suo bell’accento bresciano: «Il bello della vita? Rimettersi in gioco». Per poi aggiungere uno dei suoi proverbiali aforismi, tipo «…odio la stupidità di chi parla di cibo sano: il cibo è solo buono o non buono».

Commentando il riconoscimento del World Pastry Stars 2019, non s’è smentito: ha ringraziato da par suo la giuria che a Milano gli ha attribuito il Gran Premio Miglior Pasticcere del mondo, esprimendo stupore e piacere; e aggiungendo che finalmente …gli italiani hanno smesso di pensare che l’alta pasticceria fosse solo un privilegio dei francesi.

«Premia la professionalità e la dedizione che da anni nutro nei confronti di questo mestiere – ha commentato - Un mestiere che ogni giorno comporta nuovi studi e che non mi permette ancora oggi di sentirmi arrivato». Riuscendo a ritagliarsi un attimo per rendere omaggio all’azienda e a chi ci lavora (38 dipendenti); per annunciare la prossima apertura (14 settembre) di un negozio Massari nel cuore di Torino, a due passi dalla centralissima piazza San Carlo; e per ricordare il suo mantra a chi ancora non lo conosce: «Sapere. E fare sempre meglio». Mantra che è lui stesso a materializzare nelle due icone della bella maison bresciana: il millefoglie con crema bavarese e la sorprendente crema al limone di ultima generazione, che – giura – pochi anni fa sarebbe stato impensabile realizzare. Ricorda l’amico Gualtiero Marchesi con commozione e grande affetto. 

Il suo sogno? Dichiarato ed esplicito: «L’auspicio è che la mia storia possa essere da esempio per le nuove generazioni; e che tutti comprendano che solo attraverso la passione e la devozione si possono raggiungere i traguardi desiderati». Prima di portarsi via il prezioso riconoscimento come miglior pasticciere del mondo» per la sua creatività e per la capacità di «dare valore all’impresa». E di congedarsi con l’ennesima perla di saggezza: «Un buon dolce? È uno di quei cibi che ti fanno restare bambino per tutta la vita».