Guerra Ucraina, l'allarme Unicef sui bambini: "Una nuova Siria nel cuore dell'Europa"

Andrea Iacomini sull'emergenza umanitaria: "Subito lo status di rifugiati politici"

L'allarme umanitario

L'allarme umanitario

I numeri cambiano di giorno in giorno, di ora in ora. Se fino a ieri l'allarme riguardava 500mila bambini del Donbass alle prese dal 2014 con la guerra lenta e silenziosa nell'est dell'Ucraina, quella che lascia anche "cicatrici psicologiche inguaribili", dove le scuole distrutte sono 780, ora bisogna parlare di sette milioni di piccoli indifesi che rischiano di non avere un futuro dignitoso. E mentre 100mila minori delle aree russofone di Donetsk e Lugansk hanno già varcato la frontiera con la "madre Russia" insieme alle madri naturali per cercare riparo da bombe e ritorsioni, molti di più saranno quelli che dalle città dell'Ovest si sposteranno  alla volta della Polonia e della Germania.

Dramma

Anche loro con le mamme perché i papà devono combattere, rispondendo all'appello lanciato da Kiev: "Armatevi e difendete il Paese in ogni modo che potete".  Il quadro a tinte scurissime viene tratteggiato da Andrea Iacomini, portavoce Unicef Italia, mentre prova a tenersi in contatto con i 130 presidi Unicef dislocati in 5 città ucraine. "Non è facile, stanno lavorando sotto le bombe", racconta. "Si stanno attrezzando per portare generi di prima necessià, beni essenziali, a una popolazione già stremata".

Non solo quella che da otto anni convive con le esplosioni e i disagi nel Donbass, tra edifici fatiscenti, reti fognarie danneggiate, scuole di fortuna e sostanziale porvertà, ma anche quella che  ha respirato a pieni polmoni il vento dell'Occidente, il sogno di una democrazia liberale, e che adesso "soffoca" nell'aria stantia dei bunker e delle metropolitane. 

L'esodo

Mentre viene chiuso lo spazio aereo sopra Kiev, "dobbiamo prepararci a un esodo di proporzioni simili a quello della Siria - avverte Iacomini - con milioni di persone in movimento verso Ovest. Prima cosa da fare è approntare un piano di accoglienza generale da parte dei paesi occidentali, inutile parlare ora di corridoi umanitari come con i siriani. A tutti gli ucraini va riconosciuto lo status di rifugiato politico". Una fuga via terra che porta con sè vecchi e nuovi rischi. "Quelli legati al Covid che soprattutto nell'Est Europa non ha ancora finito di uccidere. Tra gli impegni di Unicef proprio quello di portate quanti più vaccini possibile in queste terre". Operazione che ora deve lasciare spazio a nuove priorità. Intanto si diffonde la notizia che a Donetsk sono state bombardate due scuole e "due insegnanti hanno perso la vita".

L'appello

 "Le scuole, gli asili e gli ospedali non sono un bersaglio e dovrebbero essere un luogo sicuro per i bambini dell'Ucraina per imparare e crescere. I bambini in Ucraina orientale vivono in uno dei tratti di terra al mondo più contaminati dalle mine. Ogni giorno, vivono, giocano, vanno e tornano da scuola in aree disseminate di mine, ordigni inesplosi e altri residuati bellici esplosivi mortali. E' tanto pericoloso quanto inaccettabile".