Green pass e aziende: c'è chi dà un premio in busta paga ai dipendenti vaccinati

La Barberinòs di Torino dà 100 euro netti e un giorno di ferie in più a chi ha completato il ciclo vaccinale. Altre imprese valutano questa possibilità. Non mancano le polemiche

Il green pass

Il green pass

Governo e sindacati discutono sulla questione vaccinazione dipendenti. Oggi, 2 agosto, alle 19 il presidente del Consiglio Mario Draghi ha convocato le parti sociali proprio per discutere di questo tema delicato dopo che Confindustra non si è detta contraria a sanzioni (anche la sospensione dello stipendio) per i dipendenti non vaccinati. Intanto ci sono imprese che introducono incentivi alla vaccinazione per i lavoratori.

Il premio in busta paga

È il caso della Barberinòs di Torino che ha deciso di dare un premio in busta paga ai dipendenti che completeranno il ciclo vaccinale. La catena di Barbershop Made in Italy, che dopo le chiusure forzate imposte a livello nazionale e regionale ha introdotto all'interno del team l'iniziativa del "cashback vaccinale". Ormai attiva da un mese con ottimi risultati, l'iniziativa vuole incentivare la vaccinazione del personale senza obblighi né forzature e prevede un premio di 100 euro netti in busta paga, oltre che un giorno di vacanza, per ogni membro del team Barberinòs che completa il ciclo vaccinale e ottiene il Green Pass. "È vero che la vaccinazione è un dovere civico e morale, ma pensiamo che sia anche giusto incentivare queste buone condotte con gratificazioni e premi", spiega Michele Callegari, co-fondatore di Barberinòs. I risultati sono già notevoli: dopo un mese dal lancio dell'iniziativa, su 45 persone che lavorano in Barberinòs - dove il team ha una media di 26 anni - 42 hanno già iniziato il processo vaccinale coerentemente con la loro fascia d'età. Con una percentuale di adesioni pari al 93%, la situazione è quindi in linea con il concetto di immunità di gregge applicato sulla piccola comunità di Barberinòs.

Green pass sui luoghi di lavoro

È un tema caldo, soprattutto in vista di settembre con la ripertenza a pieno regime delle attività e un presumibile aumento dei casi di Covid la questione contenimento dei contagi nei luoghi di lavoro sarà un nodo importantissimo. "Siamo perche' i lavoratori si vaccinino, ma deve decidere il governo", ha detto il leader della Cgil Maurizio Landini. "Non abbiamo contrarietà di principio. Noi abbiamo scioperato per avere i protocolli di sicurezza in azienda. Siamo a favore del fatto che le persone si vaccinino e come sindacato stiamo raccomandando ai lavoratori di farlo. Siamo per garantire i migliori standard di sicurezza nelle imprese. Ma c'e' un discrimine: non e' possibile pensare a licenziamenti o demansionamenti, perche' eventualmente un dipendente sceglie di non vaccinarsi...". "Qui si sta parlando di rendere obbligatorio un trattamento sanitario: e' qualcosa che si puo' decidere solo per legge. Se il governo valuta che sia necessario, può varare una norma. E' gia' successo nel settore sanitario dove per alcuni dipendenti - non per tutti - e' stato stabilito l'obbligo di vaccinazione".

Confindustria ha parlato di sospensione dallo stipendio per chi rifiuta. "Inaccettabile per noi, naturalmente. Non se ne parla neanche. Ne' di questo, ne' di demansionamenti. Ci sono esperienze in diverse aziende che utilizzano lo smart working per certi dipendenti o fanno un uso molto diffuso dei tamponi. In ogni caso un provvedimento obbligatorio ha bisogno di una legge. La responsabilità è del governo e non può essere scaricata su un accordo fra le parti sociali. Se il governo matura questo orientamento e saremo consultati siamo pronti ad esprimere il nostro punto di vista e a dare il nostro contributo".

Lo psicologo "anti-Covid" in azienda

Una piattaforma digitale per accedere in modo riservato e gratuito a video-consulti con psicologi e psicologhe. E' la nuova tecnologia #Angelini4You dedicata ai 5.700 dipendenti in Italia e nel mondo, un servizio di supporto psicologico attivato da  Angelini Holding. La holding industriale del gruppo Angelini - multinazionale italiana presente in 26 Paesi nei settori farmaceutico, consumer, macchine industriali, vitivinicolo, profumeria e dermocosmesi - ha annunciato il via al servizio, sostenuto da tutte le società operative del Gruppo, disponibile in italiano, inglese e spagnolo visto che dei 5.700 dipendenti, circa 4.000 sono Italia mentre gli altri lavorano in Usa, Cina e altri 23 paesi europei.  L'obiettivo di #Angelini4You, che si avvale del supporto scientifico di  Angelini Pharma, l'azienda del Gruppo attiva nel settore farmaceutico, e della collaborazione di un team di psicologi e psicoterapeuti, è fornire ai dipendenti uno strumento di sostegno psicologico per affrontare temi, riflessioni e domande legati alla vita professionale e privata. Il team di psicologi e psicoterapeuti, in particolare, interverrà sull'elaborazione emotiva, i livelli di stress, le strategie di adattamento individuali, con consigli e metodi per affrontare sfide e difficoltà. arco Morbidelli, Group Chief HR & Organization Officer di Angelini Holding, osserva: "Abbiamo voluto rinnovare l'impegno a favore dei dipendenti, potenziando il servizio di supporto psicologico, attivato in occasione dell'emergenza Covid-19, che ora è disponibile per tutti i collaboratori del Gruppo. È un impegno che va oltre la gestione degli effetti causati dalla pandemia sulle persone. Il servizio, infatti, diventerà uno strumento di welfare permanente per tutta la nostra comunità". "La nostra convinzione- aggiunge- è che un confronto professionale con psicologi e psicoterapeuti possa essere importante per il benessere psicologico e per affrontare sfide, momenti e difficoltà della vita lavorativa e privata".

Due giorni di ferie a chi si vaccina

Contents vorrebbe prendere una posizione netta sui vaccini: due giorni di ferie per i lavoratori dell'azienda che si vaccinano, ma le regole lo vietano. L'azienda decide, così, di prendere risoluzioni concrete in merito al tema vaccini, andando in una direzione basata sull'etica e sul diritto alla salute dei proprio dipendenti. La decisione del ceo Massimiliano Squillace, imprenditore seriale di aziende in ambito comunicazione e digital con alle spalle 5 exit e una ormai consolidata expertise internazionale, per spronare e accelerare l'immunizzazione dei dipendenti decide di offrire un giorno di ferie che coincide con il giorno del vaccino e un secondo con il giorno successivo al vaccino.  La motivazione è semplice: incentivare il vaccino e dare la possibilità a chi manifestasse eventuali sintomi di malessere e spossatezza legati all'iniezione, di potersi riprendere e riposare. Non esiste alcuna legge in questo momento storico che tuteli un diritto simile. Non sono previsti, infatti, 'permessi speciali' per il  Covid-19, dato che, quella di vaccinarsi, è una scelta personale e non risponde a un obbligo normativo. Attualmente i dipendenti di un'azienda sono costretti a richiedere ore di permesso o giorni di ferie quando la data del vaccino è prevista in una giornata lavorativa, una direzione evidentemente opposta a tutte le attenzioni al work-life balance, la capacità di conciliare la sfera lavorativa con quella privata, uno degli elementi più efficaci del benessere del lavoratore.