Green pass obbligatorio al lavoro, chi vi controllerà il certificato e come lo farà

Le regole inserite nel decreto. Si parte il 15 ottobre

Controllo green pass

Controllo green pass

Green pass obbligatorio nei luoghi di lavoro dal 15 ottobre: dopo la firma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella ora i riflettori sono accesi sull'applicazione delle norme contenute nel decreto. Fra i fronti più caldi c'è quello dei controlli. A chi tocca effettuare le verifiche sulla certificazione verde? E come vengono condotti questi accertamenti? Dettagli non da poco, che interessano sia chi il green pass dovrà averlo con sé, sia chi dovrà svolgere i controlli.

I controlli sul luogo di lavoro

Innanzitutto va detto che i funzionari del ministero della Salute e i colleghi della Pubblica amministrazione stanno approntando una piattaforma informatica, simile a quella che è al momento utilizzata nelle scuole, dove l'esibizione della certificazione verde è obbligatoria fin dall'1 settembre, per quanto riguarda docenti e altri operatori dell'istruzione (e, all'università, anche per gli studenti).

Anche per le persone incaricate di effettuare concretamente la verifica si seguirà la strada già tracciata negli altri comparti in cui l'obbligo è scattato in precedenza. Così come nei ristoranti e negli altri locali pubblici a dover definire le pratiche per i controlli sul possesso del green pass da parte di clienti e avventori sono i titolari o i gestori di ristoranti e altri locali pubblici e, allo stesso modo, in scuole e università tocca a dirigenti scolastici e rettori; in aziende, uffici e altre attività toccherà ai datori di lavoro stabilire in che modo verranno realizzate le verifiche. 

Le modalità delle verifiche

Sul punto il decreto è chiaro. Sono i "datori di lavoro a dover definire entro il 15 ottobre 2021 le modalità operative per l'organizzazione delle verifiche, anche a campione". Fin qui le modalità di controllo. Ma quando e dove verranno effettuate, tenendo conto che i luoghi di lavoro sono ben differenti, fra l'altro, per dimensioni e modalità d'accesso? Viene in aiuto ancora il testo del decreto, nel punto in cui si dice che va previsto "prioritariamente, ove possibile, che siano effettuati al momento dell'accesso ai luoghi di lavoro". Ok, quindi, alle verifiche all'ingresso, con l'attenzione - auspicabile - a non creare assembramenti, in caso di grandi aziende.

Sempre i datori di lavoro, infine, dovranno individuare chi dovrà accertare il possesso del green pass fra i dipendenti e chi dovrà contestare le eventuali violazioni alle norme che scatteranno il 15 ottobre. Una procedura simile a quella in vigore per i controlli sul rispetto della legge anti-fumo all'interno dei locali aziendali. Servirà, quindi, un atto formale attraverso il quale incaricare i soggetti chiamati a occuparsi della partita. 

Autonomi e lavoratori nelle abitazioni

A chi tocca verificare il possesso del green pass fra i lavoratori autonomi che si recano all'esterno? Tocca sempre al datore di lavoro che, a questo punto, sarà garante della regolarità della certificazione e del rispetto della normativa nei confronti delle altre persone che verranno a contatto con il lavoratore autonomo. Infine il caso di un lavoratore che debba svolgere una prestazione in un'abitazione privata (colf, collaboratori domestici, badanti ma anche operai o idraulici che debbano effettuare un lavoro in casa): sarà il privato cittadino che ha richiesto l'intervento a dover verificare il possesso e la regolarità del green pass.

Cosa rischia chi non effettua i controlli

I datori di lavoro che trascurino di effettuare le verifiche sul lasciapassare verde potranno ricevere una sanzione che va dai 400 ai 1.000 euro. Non sono previste conseguenze di tipo disciplinare. Niente multe, invece, per i privati cittadini che vengano scoperti a non effettuare controlli in caso di prestazioni ricevute nelle proprie abitazioni da lavoratori autonomi chiamati per interventi di manutenzione. Questo non vuol dire, come spiegato in precedenza, che il privato cittadino non debba accertare se il fabbro, l'idraulico, l'elettricista o altri siano o meno in possesso della documentazione dell'avvenuto vaccino (o il tampone effettuato nelle 48 ore precedenti all'intervento). Anzi. Se dovessero verificare che il lavoratore autonomo chiamato non ha il green pass, possono rinunciare alla prestazione, anche non d'emergenza, senza andare incontro ad alcuna conseguenza.